L’Azimut Fly 78 è la proposta cardine della gamma Flybridge del cantiere torinese: un 23,64 metri planante che coniuga uso estensivo di compositi avanzati, tripla propulsione IPS e firma stilistica contemporanea. Il progetto nasce dalla collaborazione di tre attori di prim’ordine: Alberto Mancini per l’exterior, Achille Salvagni Architetti per gli interni e lo studio P.L. Ausonio Naval Architecture con il dipartimento R&D Azimut per l’architettura navale. L’adozione di carbonio in coperta, tuga, hard-top e poppa, unita a una carena planante con deadrise a poppa di 16,3°, consente di ottimizzare pesi e rigidità, aumentando efficienza e comfort dinamico. L’impostazione meccanica si affida a tre moduli Volvo Penta IPS da 900 o 1000 hp, per velocità massime fino a circa 33 nodi e crociera intorno ai 26 nodi, con certificazione CE A e NMMA. Quadro dimensionale e dati ufficiali sono disponibili nella scheda tecnica del cantiere.
Profilo del cantiere: storia, filosofia costruttiva, reputazione
Azimut Yachts è tra i leader globali della nautica di lusso. Il cantiere ha contribuito alla diffusione dei compositi avanzati in produzione di serie e semi-custom, portando in larga serie l’uso del carbonio per ridurre masse superiori e alzare i baricentri di rigidezza. La reputazione si fonda su processi industriali maturi, supply chain consolidata e partnership con firme del design italiano e studi navali indipendenti. Le collezioni vengono aggiornate con cadenza costante e presentate ai principali saloni — Cannes Yachting Festival in primis, dove il Fly 78 ha debuttato nel 2019, aprendo la nuova stagione estetica della gamma Fly.
La filosofia progettuale degli ultimi anni è centrata su tre direttrici: alleggerimento strutturale (carbonio diffuso), efficienza propulsiva (interfaccia con IPS e ottimizzazione idrodinamica), design esperienziale (layout fluidi, luce naturale, arredi scultorei). Tali principi si ritrovano integralmente nel Fly 78.

Analisi tecnica approfondita
Dimensioni e architettura navale
Il Fly 78 adotta una carena planante con deadrise a poppa di 16,3°: un valore che bilancia penetrazione sull’onda, portanza e stabilità longitudinale. Il volume di prua è modellato per evitare stalli idrodinamici alle alte velocità e contenere impatti sul chop, mentre la sezione poppiera è ottimizzata per l’accoppiamento con pod IPS e relative prese d’acqua/alimentazione. La distribuzione dei pesi privilegia la centralizzazione dei volumi, complice l’impiego massivo di carbonio in alzata (tuga e hard-top) per ridurre il beccheggio e il rollio indotto.
- Lunghezza f.t.: 23,64 m (77’ 7”)
- Baglio massimo: 5,75 m (18’ 10”)
- Pescaggio a pieno carico: 1,77 m
- Dislocamento a pieno carico: 58 t
- Architettura navale: P.L. Ausonio + Azimut R&D
- Designer: Esterni Alberto Mancini; Interni Achille Salvagni
- Propulsione: 3× IPS1200 (900 hp) oppure 3× IPS1350 (1000 hp)
- Velocità massima (massa di test): fino a 33 kn; crociera: fino a 26 kn
- Cabine: 4 + 1 equipaggio; Bagni: 4 + 1 equipaggio
- Consumi dichiarati: 17,3 kn ≈ 10,7 l/nm (range ≈ 420 nm); 26 kn ≈ 12,8 l/nm (range ≈ 351 nm)
- Deadrise 16,3° (a poppa)
- Classe CE A / NMMA
Materiali di costruzione: scafo, sovrastruttura, interni
La piattaforma costruttiva è in GRP (vetroresina) con laminati in fibra di carbonio in aree estese di coperta, tuga, fly, trasformatore di poppa e plancetta. L’obiettivo è la riduzione del peso alto e della flessione, migliorando comfort e consumi. Le paratie principali sono in sandwich con anime a celle chiuse e tessuti unidirezionali in aree di rinforzo. La resinatura è con sistemi vinilestere/epossidici sulle pelli esterne di maggiore criticità osmotica.

Negli interni, la filosofia Salvagni privilegia elementi scultorei e curvature morbide. I materiali di rivestimento impiegano essenze naturali, laccature soft-touch e inserti metallici satinati; la pavimentazione alterna moquette tecnica e superfici lignee, con sottostrati fonoassorbenti per mitigare rumorosità strutturale.

Motorizzazioni, sistemi di propulsione e trasmissione
Il cuore meccanico è la tripla installazione Volvo Penta IPS con motori D13 nelle declinazioni IPS1200 (900 hp) e IPS1350 (1000 hp). La scelta di tre pod — rarità nel segmento — consente:
- maggiore spinta distribuita su tre assi propulsivi con eliche controrotanti orientabili;
- riduzione del timone idrodinamico (governabilità demandata all’orientamento dei pod);
- joystick drive di precisione in manovra (anche third station sul flybridge);
- miglior sfruttamento di volumi a centro barca e sala macchine più fruibile;
- accoppiamento efficiente con carena ottimizzata per i flussi dei pod.
Il sistema IPS integra vectoring delle eliche e gestione elettronica della coppia, con interfaccia ai sistemi di trim automatico e autopilota. L’efficienza a velocità di trasferimento risulta superiore a configurazioni in linea d’asse equivalenti, a parità di velocità e dislocamento, grazie all’angolo d’attacco ottimizzato dei pod rispetto al flusso di scafo.
Prestazioni: velocità, crociera, autonomia, consumi
Con i tre IPS1350 (1000 hp) la barca raggiunge fino a 33 nodi di velocità massima a massa di test, con crociera 26 nodi. Il cantiere pubblica riferimenti di consumo puntuali: a 17,3 kn il consumo indicativo è di ~10,7 l/nm con autonomia ~420 nm; a 26 kn siamo su ~12,8 l/nm per un range ~351 nm (valori orientativi, funzione di carico, stato del mare e tarature). Nelle prove su unità di serie dotate di Seakeeper e doppio generatore, i riscontri di mercato confermano un comportamento coerente con i dichiarati, con particolare apprezzamento per la progressione regolare e la rumorosità contenuta in sala macchine.
Sistemi di bordo: elettronica, domotica, navigazione
La plancia integra suite cartografiche e navigazione compatibili con le principali piattaforme (Garmin/Raymarine a seconda delle commesse), con doppio MFD, autopilota, gestione IPS/joystick e ausili alla manovra (bow thruster). La domotica di bordo governa illuminazione, oscuranti, climatizzazione e media attraverso interfacce touch dedicate. L’impiantistica elettrica prevede due generatori in molte specifiche armatoriali e predisposizioni per watermaker. La stabilizzazione giroscopica Seakeeper NG26 è tra le opzioni più diffuse sulle unità Fly 78, efficacissima a fonda e utile anche in marcia a bassa velocità.

Design e architettura degli spazi
L’estetica Mancini si riconosce nelle superfici tirate e nel fly sbalzato, con vetrate laterali a falce che enfatizzano il dinamismo del profilo. Il volume del fly è tra i più generosi della classe: aree pranzo, wet-bar, prendisole e, a richiesta, hard-top apribile, con terza stazione joystick. A prua, l’area “terrazza” prevede sedute contrapposte e sunpad con schienali regolabili, protetti da tendalino removibile.
Gli interni Salvagni ricercano un linguaggio scultoreo: linee morbide, palette pastello e materiali tattili. Il salone è un “open space” luminoso grazie alle finestrature full-height, con separazione leggera tra living e dining per otto. La cucina — a seconda del layout — può essere semi-separata verso poppa o più integrata al salone per uso family.
- Layout cabine: 4 (armatoriale full beam a centro barca; 2 VIP; 1 twin) + 1 crew con accesso indipendente.
- Bagni: 4 + 1 equipaggio, con box doccia separati e rivestimenti premium.
- Ergonomia: corridoi ampi, scale con pedate profonde, altezze generose e privacy tra aree ospiti ed equipaggio.



Innovazione e ricerca
Il Fly 78 non introduce ibridi seriali/paralleli nativi, ma consolida tre direttrici di innovazione:
- Lightweight engineering con laminati in carbonio estensivi in sovrastruttura per abbassare il momento d’inerzia verticale;
- Propulsione a pod di classe IPS con tri-installazione per manovrabilità millimetrica, ormeggi diagonali e riduzione dei carichi timoneria;
- Stabilizzazione giroscopica Seakeeper (tipicamente NG26) integrata a richiesta per ridurre fino a valori prossimi al 90% l’ampiezza del rollio a fonda su questo range di dislocamenti, con benefici apprezzabili anche alle andature dislocanti.
Il risultato: un 78 piedi dall’handling di un 60–65 piedi in ormeggio, con comfort dinamico e rumorosità percepita competitivi rispetto a installazioni in linea d’asse di pari potenza.
Vita a bordo e comfort
L’armatoriale a tutto baglio è il fulcro dell’esperienza notturna: vetrate a mezza altezza, bagno en suite, vani storage integrati e lavorazioni su misura. Le due VIP sono simmetriche e servite da bagni dedicati; la doppia a letti gemelli aggiunge flessibilità per famiglie/ospiti. In coperta, la vivibilità è amplificata da un fly a tre zone (lounge anteriore, pranzo centrale, prendisole poppiero) e da una prua “social” realmente abitabile. La plancetta idraulica e il garage accolgono un tender e water toys di generose dimensioni.

Prestazioni in navigazione: evidenze da prove e feedback
Durante il debutto al Cannes Yachting Festival 2019, media e operatori hanno evidenziato la linearità dell’erogazione dei tre D13 con IPS e la pronta risposta del joystick anche con vento traverso. Le percorrenze a crociera medio-alta restano coerenti con i consumi dichiarati; il seakeeping si segnala per assorbimento morbido sul corto frangente mediterraneo e assenza di vibrazioni strutturali anomale. La sala macchine, nonostante la tripla installazione, è rimasta fruibile per la normale manutenzione, con passaggi liberi adeguati a filtri e service. Videorecensioni e walkthrough ufficiali documentano i dettagli costruttivi e la vivibilità degli spazi.
Mercato e concorrenza
Posizionamento per prezzo e segmento
Il Fly 78 presidia il segmento 75–80 piedi flybridge plananti di fascia upper premium/luxury. I listini variano in base a specifiche e personalizzazioni; fonti di settore indicano valori d’attacco attorno a 4–4,5 milioni di euro per unità nuove, con mercato dell’usato recente (2020+) che dipende da ore motore, dotazioni (Seakeeper, hard-top, finiture) e area di bandiera. La richiesta è sostenuta nei mercati mediterranei e statunitensi, con tempi di permanenza variabili in alta stagione.
Analisi dei competitor diretti
- Princess Y78 (LOA 24,67 m; 2× MAN V12 1800; max 34–36 kn): approccio “british” con due motori ad alto frazionamento e carena Olesinski; interni più sobri, grande equilibrio generale.
- Ferretti Yachts 780 (LOA 24,01 m; 2× MAN 1550–1800; max 28–31 kn): anima “blue water” con taglio più tradizionale in sala macchine e range competitivo; finiture altissime, layout molto razionale.
- Sunseeker 80 Yacht (LOA 24,44 m; 2× MTU fino a ~1950 hp; range tipico ~350 nm): impostazione più “performance” classica con linee filanti e potenze elevate.
Punti di distinzione del Fly 78: la tri-IPS è un unicum nella classe per manovrabilità e distribuzione pesi; l’estetica Mancini introduce un linguaggio fluido e contemporaneo, mentre gli interni Salvagni rimangono un’icona riconoscibile nel panorama del design nautico italiano.
Trend del settore di riferimento
- Downsizing efficiente: richiesta crescente di consumi ragionevoli a 20–26 kn, con punte di 30+ solo all’occorrenza.
- Carbonio diffuso: alleggerimento in alto per comfort dinamico e riduzione beccheggio/rollio.
- Stabilizzazione always-on: uso del giroscopio come “standard de facto” sopra i 70 piedi.
- Domotica integrata: controllo centralizzato per impianti e hospitality.
- Estetica esperienziale: spazi prua/fly realmente vivibili, connessione indoor–outdoor, vetrate a tutta altezza.
Clientela target
- Armatori privati orientati a crociere mediterranee/US East Coast con equipaggio ridotto (2–3 persone) e uso familiare-weekend più crociere di 1–2 settimane.
- Charter di lusso focalizzati su 6–8 ospiti con quattro cabine en suite e forte appeal estetico.
- Società di rappresentanza e fractional ownership in destinazioni high-end dove la manovrabilità IPS e il consumo a 20–24 kn riduce OPEX/CapEx percepito.
Risultati e riconoscimenti
Il Fly 78 ha catalizzato attenzione mediatica sin dal debutto a Cannes 2019, anche per l’abbinamento inedito (per Azimut Flybridge) tra tri-IPS e nuova firma stilistica. Le recensioni internazionali ne hanno sottolineato la spazialità del fly, la qualità percepita degli interni Salvagni e la semplicità in ormeggio con joystick. Diversi esemplari hanno ricevuto dotazioni top (Seakeeper NG26, doppio generatore, hard-top apribile), risultando tra le unità più richieste sul mercato dell’usato recente 2020–2024.

Scheda tecnica ragionata
- Progetto: Esterni Alberto Mancini; Interni Achille Salvagni; Architettura navale P.L. Ausonio + Azimut R&D.
- Struttura: GRP con laminati in fibra di carbonio in aree estese; paratie sandwich con anime closed-cell.
- Carena: planante; deadrise 16,3°; ottimizzata per pod IPS.
- Propulsione: 3× Volvo Penta IPS 1200 (900 hp) o 3× IPS 1350 (1000 hp); joystick multi-station.
- Prestazioni: max fino a ~33 kn; crociera ~26 kn; consumi indicativi 10,7–12,8 l/nm tra 17–26 kn.
- Autonomia: ~420 nm @17,3 kn; ~351 nm @26 kn (indicativi).
- Impianti: doppio generatore (opz.), watermaker (predisposizione), stabilizzazione giroscopica Seakeeper NG26 (opz.).
- Abitabilità: 4 cabine ospiti (8 posti letto) + 1 crew con accesso separato; 4+1 bagni.
- Certificazioni: CE A; NMMA.
Approfondimento iconografico




Valutazione comparativa e raccomandazioni d’uso
Per chi è pensato: l’armatore che desidera un 78 piedi con estetica fortemente contemporanea e interni di impronta atelier, che privilegia manovrabilità semplice (tri-IPS) e convivialità sul fly/prua. Rispetto a competitor a doppia linea d’asse, il Fly 78 offre un’interfaccia più intuitiva in ormeggio e un pacchetto consumi/velocità molto equilibrato nel range 18–26 kn.
Cosa valutare in sede d’ordine:
- Seakeeper NG26 per comfort a fonda e in crociera lenta;
- hard-top con apertura maggiorata se l’utilizzo prevede lunghe soste al sole;
- doppio generatore per ridondanza energetica in charter e crociere estive;
- layout cucina in relazione al profilo d’uso (armatoriale vs family/charter).
Video
Sintesi tecnica e posizionamento
L’Azimut Fly 78 rappresenta un’evoluzione coerente del DNA del cantiere: ingegneria alleggerita, estetica distintiva e tecnologia user-friendly. La tri-IPS ne fa un riferimento in manovra e un caso studiale d’integrazione carena–pod su questa taglia. Gli interni Salvagni definiscono un mood che rende la barca immediatamente riconoscibile; la qualità percepita è alta, con scelte materiche e dettaglio sartoriale. In un’arena competitiva con nomi consolidati (Princess Y78, Ferretti 780, Sunseeker 80), il Fly 78 si ritaglia uno spazio preciso: quello dell’italianità contemporanea capace di unire design emotivo, ergonomia concreta e prestazioni convincenti.
Per un armatore mediterraneo o atlantico orientato a crociere veloci e weekender allargati, con equipaggio snello e ospiti esigenti, è una delle proposte più complete e “pronte” oggi sul mercato del 75–80 piedi.



