Il Delta Powerboats 60 Open appartiene alla ristretta categoria degli open oltre i 18 metri progettati con una logica integralmente ingegneristica prima ancora che stilistica. La scelta del composito in fibra di carbonio per scafo e sovrastrutture, l’accoppiamento con la propulsione Volvo Penta IPS e la messa a punto dei volumi di carena lo collocano tra i riferimenti per chi desidera coniugare velocità di crociera elevata, consumi contenuti e gestione semplificata. Questo articolo analizza in profondità la piattaforma, con attenzione alle implicazioni strutturali, ai sistemi di bordo e alle prestazioni reali, per arrivare a un quadro chiaro del suo posizionamento competitivo nel mercato mediterraneo degli open premium.
Il cantiere — Origini, metodo e reputazione
Una cultura del progetto nata al Nord
Il marchio Delta Powerboats nasce in Svezia con un’impostazione molto concreta: partire dai carichi, dai pesi e dagli obiettivi di efficienza globale per definire ogni decisione di design. La filosofia è “funzione che governa la forma”: linee pure, superfici essenziali, scelte strutturali derivate da un’analisi dei trade-off tra massa, rigidezza e manutenzione. In meno di due decenni, Delta si è ritagliata fama di pioniere nella laminazione avanzata, introducendo la fibra di carbonio su unità di serie con una coerenza rara per il segmento leisure.

Processo e controllo qualità
Il processo produttivo si fonda su infusione sottovuoto, utilizzo di anime a celle chiuse e resine epossidiche selezionate. La gestione dei cicli di cura, la tracciabilità dei materiali e i controlli non distruttivi (ultrasuoni e tap test) fanno parte di un protocollo di qualità che mira a garantire pesi reali coerenti con i calcoli e una ripetibilità elevata tra esemplari. Ne deriva un prodotto industriale che conserva una marcata cifra artigianale nelle finiture, ma che si comporta come un sistema ingegnerizzato in ogni punto.
Analisi tecnica — Dalla carena alla plancia elettronica
Dimensioni, volumi e architettura navale
Il 60 Open si sviluppa su una LOA di circa 18,2 metri, con baglio massimo vicino ai 4,6 metri e un pescaggio nell’ordine di 1,4 metri. La carena presenta deadrise moderato a poppa, pattini longitudinali e un bordo libero studiato per limitare gli spruzzi nelle accelerazioni. La distribuzione dei pesi è la chiave di volta: batterie servizi, serbatoi carburante (circa 2.900 litri) e impianti pesanti sono concentrati in basso e in prossimità del baricentro longitudinale per generare minimi momenti di beccheggio. Dal punto di vista dinamico, il rapporto dislocamento/lunghezza (DLR) risulta molto contenuto per la classe, favorendo l’innesco della planata con potenze relativamente contenute rispetto a scafi più pesanti.

Materiali e stratigrafie
Il valore differenziale dell’unità sta nel carbonio strutturale adottato estensivamente su scafo, paratie, tuga e T-Top. Le pelli in fibra sono accoppiate ad anime in foam a densità calibrata in funzione dei carichi, con rinforzi locali su punti di attacco, basi dei montanti e aree ad alto stress (scalini, aperture, impianti). Il risultato è una rigidezza flessionale e torsionale superiore rispetto alla vetroresina tradizionale, con una riduzione delle vibrazioni trasmesse e una migliore risposta al slam sul corto formato tipico del Mediterraneo. A bordo, i rivestimenti prediligono teak selezionato per i paglioli e finiture soft-touch, combinando comfort percepito e smorzamento acustico.
Propulsione e trasmissioni
L’accoppiata più diffusa prevede due Volvo Penta IPS 800 (600 hp ciascuno) con pod orientabili e gestione elettronica EVC. Le eliche in spinta libera (non disturbata dal flusso dello scafo) incrementano l’efficienza propulsiva, mentre la direzionalità dei pod consente manovre millimetriche in porto attraverso il joystick. Tra le funzioni cardine spicca il Dynamic Positioning System (DPS), che mantiene posizione e prua compensando vento e corrente: un plus in attese in rada, bunkeraggio o approcci in spazi ristretti. L’adozione di intercettori automatici e, a richiesta, giroscopi di stabilizzazione, contribuisce a mantenere costante l’assetto anche in condizioni di mare variabile.

Prestazioni: curve, assetti e consumi
In configurazione standard e carena pulita, il 60 Open esprime una velocità di punta nell’intorno dei 36–39 nodi, mentre l’area di maggiore efficienza si colloca nel corridoio 28–33 nodi, dove la barca offre un trim naturale, timone leggero e risposta pronta alla manetta. I consumi specifici beneficiano del pacchetto massa ridotta + IPS, con un’autonomia che, in condizioni ottimali, può avvicinare le 500 miglia alla crociera rapida. L’influenza di antivegetativa, carichi e stato del mare è naturalmente significativa: il valore aggiunto del carbonio è proprio la capacità di conservare rendimento anche al crescere del dislocamento operativo.
Elettronica, domotica e rete di bordo
La plancia è organizzata come un glass-bridge con doppi chartplotter, controllo motori, autopilota e monitoraggio dei servizi su interfaccia unica. La domotica governa scenari di illuminazione, pompe, climatizzazione e utenze tramite pannelli dedicati e comandi remoti. L’impianto elettrico 24V/230V con inverter e generatore insonorizzato garantisce margini per l’uso intensivo degli elettrodomestici senza ricorrere costantemente alla banchina. La configurazione prevede cablaggi razionalizzati, canaline ispezionabili e spazi per manutenzione predittiva.

Design e organizzazione degli spazi
Il ponte principale è pensato per massimizzare la vivibilità all’aperto. A prua, un’area prendisole profonda; al centro, una dinette modulare che alterna configurazioni lounge e dining; a poppa, la plancetta idraulica che si trasforma in un piccolo beach club per l’accesso all’acqua e la gestione dei toys. La T-Top in carbonio crea ombreggiatura estesa senza aggiungere massa percepibile e integra i corrimani in modo strutturale. Sottocoperta, il layout tipico propone tre cabine per sei ospiti (armatoriale con bagno privato, due doppie a centro barca) e un secondo bagno. Le altezze utili e la luce naturale, veicolata da aperture studiate, sono al di sopra della media per un open di questa taglia.
Ricerca, innovazione e sostenibilità
Il 60 Open dimostra come l’innovazione non sia un modulo aggiuntivo, ma un ecosistema di scelte coerenti. La costruzione full-carbon non serve solo a ridurre i decibel o a fare marketing: è la condizione che rende possibile adottare potenze installate compatte a fronte di velocità di crociera superiori. L’integrazione con i sistemi predittivi di stabilizzazione e con strumenti di controllo dei flussi (intercettori) porta a una riduzione delle emissioni per miglio, perché a parità di andatura la barca richiede meno energia. L’architettura è pronta a ospitare componenti ibridi di servizio (clima, ausiliari) e soluzioni di energy management per la vita in rada.
Vita a bordo e layout
In navigazione, il comfort dipende non solo da imbottiture e finiture, ma dal controllo vibrazionale dell’intero sistema scafo–sovrastruttura. Il carbonio alza le frequenze proprie oltre la banda cui l’orecchio umano è più sensibile; il risultato è un ambiente meno affaticante a 30+ nodi. In rada, la climatizzazione canalizzata, l’illuminazione a LED ad ampia modulazione e la cucina esterna di dimensioni generose trasformano il 60 Open in una piattaforma di ospitalità per 10–12 persone di giorno. In cabina, la privacy è garantita da soluzioni di isolamento mirate e da stivaggi a tutta altezza che eliminano disordine visivo.

Test in mare e comportamento
La risposta in accelerazione è progressiva, con ingresso in planata pronto e assetto neutro tra 25 e 30 nodi. In virata il raggio si compatta gradualmente, senza trasferimenti bruschi di carico; la barca resta asciutta e concede angoli di chiusura consistenti, confermando un’impostazione fast cruiser più che sport pura. In manovra, joystick e DPS alleggeriscono la gestione in equipaggio ridotto, rendendo la vita facile in porti affollati e spazi stretti. L’effetto complessivo è di controllo anche quando il mare si increspa, con una solidità percepita che fa dimenticare le velocità in gioco.
Sistemi e impianti — Efficienza e manutenzione
Carburante e autonomie
I serbatoi (complessivi ~2.9 m³) sono posizionati vicino al baricentro, realizzati in alluminio o composito con paratie anti-slosh per ridurre l’effetto di superficie libera. Il circuito include filtri bifase e separatori acqua, con indicatori precisi in plancia. Con crociera a 30–33 nodi, l’autonomia reale si avvicina alle 500 nm in assetto pulito, parametro che abilita traversate tipiche del bacino occidentale (Ligure–Corsica–Sardegna) senza soste intermedie.
Impianto elettrico e climatizzazione
La rete 24V alimenta utenze di bordo, strumenti e attuatori; l’alternata 230V è garantita da generatore insonorizzato e inverter di potenza. Banchi AGM o LiFePO₄ gestiti da monitor dedicato consentono soste prolungate in rada. Il sistema HVAC canalizzato distribuisce aria in tutte le aree abitative con regolazione stanza per stanza, ottimizzando i carichi e riducendo la rumorosità percepita.

Acqua dolce, grigie e nere
Serbatoi acqua dolce nell’ordine di 700–900 litri, autoclave silenziata e filtri a carboni attivi assicurano pressione e qualità. I serbatoi per acque grigie e nere sono separati, ventilati e dotati di sensori, con possibilità di scarico controllato secondo normativa. La manutenzione è facilitata da accessi diretti a valvole e pompe.
Mercato — Prezzi, concorrenti, traiettorie
Segmento e posizionamento
Il 60 Open presidia l’area degli open premium 18–19 metri ad alta fruibilità esterna. Si rivolge a un pubblico che desidera prestazioni da yacht sportivo, ma con costs of ownership razionali: meno carburante a parità di andatura, manutenzione meccanica ordinaria semplificata grazie ai pod, più autonomia con gli stessi volumi di serbatoio. A listino, la barca si colloca nella fascia upper tier del segmento, coerente con i materiali impiegati e la componentistica di bordo.
Competitor diretti
I concorrenti naturali sono gli open mediterranei tra 56 e 65 piedi, spesso in vetroresina avanzata e con impostazione spiccatamente lifestyle. Rispetto a questi, il 60 Open propone massa inferiore, strutture più rigide e un pacchetto impiantistico incentrato sulla semplicità d’uso. In pratica: meno orpelli estetici, più sostanza tecnica; una plancetta trasformabile che estende il beach living senza aggravare il profilo; e un ponte di comando che punta su ergonomia e leggibilità più che su effetti scenici.
Tendenze del settore
Il trend principale del comparto è l’alleggerimento intelligente: compositi, sandwich ottimizzati e architetture di propulsione più efficaci. Cresce in parallelo la domanda di modularità (dinette trasformabili, T-Top strutturali, beach club integrati) e di sistemi che restituiscano fiducia all’armatore: joystick, stazionamento dinamico, monitoraggio telematico. L’efficienza non è più un vezzo: è il differenziale competitivo che separa le barche pensate per “fare numero” da quelle destinate a mantenere valore nel tempo.

Clientela e utilizzi
Il target comprende armatori privati esigenti, interessati a muoversi veloci tra baie e isole senza equipaggi numerosi, e società di charter che puntano su esperienze diurne per 10–12 ospiti con trasferimenti rapidi e comfort alto. Il 60 Open è anche un’ottima piattaforma per corporate hospitality: movimenti immediati, spazi fluidi, immagine tecnologica senza eccessi.
Riconoscimenti e feedback
Nel corso della sua vita commerciale, il 60 Open ha raccolto giudizi positivi per qualità costruttiva, facilità di conduzione e prestazioni. La stampa specializzata lo cita spesso come caso riuscito di trasferimento di tecnologie dal mondo racing e aeronautico al diporto, con risultati tangibili su consumi e comfort. Anche i professionisti (comandanti, tecnici peritali) apprezzano l’accessibilità di locali tecnici e la chiarezza degli schemi impiantistici.
Prospettive — Evoluzioni attese della piattaforma
La traiettoria futura passa per una elettrificazione incrementale dei servizi, l’adozione di banchi batterie a maggiore densità con gestione termica più evoluta e l’integrazione di funzioni predittive nella stabilizzazione (sensoristica e algoritmi più raffinati). Sul piano architettonico, ci si può attendere ulteriore lavoro sul controllo dei flussi sotto carena e su superfici della T-Top per tagliare ulteriaria resistenza aerodinamica alle andature sostenute. Il DNA rimane quello: ridurre gli attriti, sfruttare il carbonio non come “gadget” ma come spina dorsale del progetto.
Scheda tecnica — Dati principali
- Lunghezza fuori tutto (LOA): ~18,2 m
- Lunghezza scafo: ~16,6 m
- Baglio massimo: ~4,6 m
- Pescaggio: ~1,4 m
- Dislocamento a secco: ~12,8–13,5 t
- Dislocamento a pieno carico: ~20 t
- Serbatoi carburante: ~2.900 l
- Acqua dolce: ~700–900 l
- Motorizzazione: 2 × Volvo Penta IPS 800 (600 hp cad.)
- Velocità di crociera: ~28–33 kn
- Velocità massima: ~36–39 kn
- Autonomia indicativa: ~500 nm @ crociera rapida
- Cabine/Bagni: 3 / 2
- Costruzione: composito full-carbon a infusione
- Stabilizzazione: intercettori attivi; opz. giroscopio
Galleria foto



Valutazione ingegneristica — Punti di forza e compromessi
Cosa fa davvero bene
- Efficienza globale: massa ridotta, rigidezza elevata e pod IPS massimizzano il rendimento alle velocità d’uso reali.
- Manovrabilità: joystick e DPS minimizzano lo stress in porto e abbattono la necessità di equipaggi numerosi.
- Abitabilità: ponte superiore pensato per socialità; sottocoperta razionale, luminoso, acusticamente ben isolato.
- Qualità di esecuzione: finiture coerenti con la fascia premium, accessi tecnici studiati per manutenzione.
Dove tenere conto dei compromessi
- Costo di ingresso: l’uso estensivo del carbonio e dei sistemi integrati si riflette sul prezzo finale.
- Riparazioni strutturali: un danno importante al sandwich richiede competenze specialistiche e controlli NDI.
- Refit invasivo: la leggerezza strutturale e l’integrazione dei sistemi delimitano gli interventi di riposizionamento impianti.
Uso consigliato — Scenari operativi
Il 60 Open è ideale per day-cruising ad alto raggio, fine settimana veloci tra isole e baie con rientro o proseguimento in rada. In charter, la semplicità di governo consente format “captain + hostess” mantenendo standard elevati di sicurezza e servizio. Per l’armatore privato, il valore sta nel poter viaggiare spesso a 30+ nodi con comfort da yacht più grande, ma con oneri gestionali razionali. La plancetta abbattibile e la dinette modulare aumentano la fruibilità per famiglie e ospiti diversificati.
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Conclusioni — Perché il 60 Open conta nel suo segmento
Il Delta Powerboats 60 Open non è semplicemente un open ben rifinito: è la dimostrazione che un progetto guidato da criteri ingegneristici può offrire velocità, comfort e facilità d’uso senza compromessi eccessivi. La costruzione full-carbon permette di installare potenze mirate, mantenendo crociere veloci con consumi coerenti; i pod IPS trasformano la gestione portuale in un gesto intuitivo; gli spazi esterni e interni rispondono a un’idea di ospitalità contemporanea che mette al centro la qualità del tempo a bordo. Se l’obiettivo è possedere un open di 60 piedi capace di “macinare miglia” in sicurezza e silenzio, con manutenzione programmabile e alto valore d’uso, il 60 Open rappresenta una delle scelte più solide oggi sul mercato. Il suo vero merito è la coerenza: ogni decisione — dal materiale alle geometrie, dai sistemi alla domotica — concorre a un unico risultato, efficienza percepibile in ogni minuto di navigazione.



