L’AB100 rappresenta una delle interpretazioni più radicali del concetto di sport-yacht planante nella fascia dei trenta metri. È un progetto che nasce da un’idea semplice e al tempo stesso ambiziosa: coniugare la rapidità di un motoscafo ad alte prestazioni con l’abitabilità e la qualità percepita di un superyacht contemporaneo. La soluzione ingegneristica individuata dal cantiere è una combinazione di massa contenuta, carena ottimizzata per alte andature e propulsione a waterjet in configurazione tripla, orchestrata da un’architettura di bordo che tutela sia la sicurezza sia il comfort, anche quando l’indicatore dei nodi supera soglie che, su questa taglia, appartengono a pochissime unità.
Profilo del cantiere
AB Yachts è un marchio che ha costruito la propria reputazione su un terreno molto specifico: maxi-sportyacht ad alte prestazioni con propulsione a getto d’acqua. La specializzazione è evidente nel linguaggio formale delle carene, nella scelta dei materiali e nella ricorrente presenza di soluzioni tripla o, in alcuni modelli, di pacchetti propulsivi a elevata densità di potenza. L’azienda ha consolidato nel tempo una catena del valore in cui la progettazione, la laminazione dei compositi, l’installazione dei gruppi propulsivi e la taratura dei sistemi elettronici dialogano fin dalle prime fasi, evitando l’approccio a “blocchi separati” che spesso, su barche veloci, genera inefficienze o fenomeni non lineari in navigazione.

Analisi tecnica approfondita
Dimensioni e architettura navale
Il parametro più influente, al di là dei metri lineari, è la proporzione geometrica. L’AB 100 adotta una prua affilata con angolo di attacco ottimizzato per l’impatto sull’onda corta e una distribuzione dei volumi che favorisce un rapido transito in planata. Il baglio è calibrato per due esigenze contrapposte: garantire stabilità trasversale e, allo stesso tempo, contenere la superficie bagnata alle velocità in cui la resistenza viscosa pesa maggiormente. La posizione del baricentro longitudinale viene ottenuta tramite scelta delle paratie principali e disposizione dei pesi (serbatoi, gruppi propulsivi, generatori) in una logica di trimming intrinseco: più la barca è neutra di suo, meno dovrà “correggersi” con sistemi attivi alle varie andature.
L’architettura di scafo è quella tipica degli scafi plananti ad alte prestazioni, con deadrise marcato a centro barca e pattini attentamente posizionati per generare portanza pulita e spray control efficace. Nelle andature più elevate, l’assetto si stabilizza su angoli ridotti: ciò riduce la componente normale della forza d’impatto e abbassa il carico sui supporti delle macchine e sui punti di appoggio dei waterjet. Il risultato percepito dal timoniere è un comportamento “piatto”, prevedibile, con una lettura dell’onda che non richiede interventi continui e affaticanti.
Materiali e processi di costruzione
La realizzazione in composito utilizza stratificazioni in GRP con rinforzi aramidici e anima in schiuma strutturale a densità differenziata. Questa soluzione consente di modulare la rigidezza dove serve, mantenendo un rapporto massa/robustezza particolarmente favorevole. L’uso di anime a sandwich riduce il rischio di fenomeni di oil-canning sulle superfici ampie, migliora l’isolamento vibro-acustico e permette spessori mirati, grazie a una mappatura degli stati tensionali maturata attraverso collaudi e ritorni d’esercizio.
La sovrastruttura segue la stessa logica: pannelli leggeri, montanti irrigiditi e giunzioni studiate per evitare concentrazioni di tensione nelle zone vetrate. I laminati sono ottimizzati con orientamenti delle fibre che tengono conto delle traiettorie di carico durante la planata e delle sollecitazioni indotte dal sistema propulsivo. Il risultato è una scafo-sovrastruttura “elastica il giusto”: non rigida al punto da trasmettere i picchi, non cedevole al punto da generare disallineamenti o microfessurazioni nel tempo.

Motorizzazioni, propulsione e trasmissione
Il cuore della piattaforma è la triade waterjet. L’adozione di tre macchine termiche di alta potenza, accoppiate a due waterjet sterzanti e un booster centrale, consente di ottimizzare l’erogazione lungo tutto l’inviluppo di velocità. Alle andature di manovra, la direzionalità è affidata ai due getti laterali, mentre il booster interviene per l’allungo e per la stabilizzazione dell’assetto ai regimi più elevati. Dal punto di vista della manutenzione, la soluzione elimina le appendici sporgenti (eliche, timoni, supporti) esposte a possibili urti, riducendo il rischio su bassi fondali e facilitando l’accesso a baie interdette ad altre unità della stessa classe.
In termini fluidodinamici, il waterjet trae beneficio dai regimi elevati: la curva di efficienza si mantiene favorevole quando la carena libera via via più superficie dalla colonna d’acqua e gli sforzi sulla parte immersa si riducono. La risposta al comando è immediata, con tempi di latenza molto contenuti tra input e variazione di traiettoria. Il comportamento in retro, tipicamente critico sui jet di generazioni più datate, viene oggi gestito da deflettori e logiche di controllo che quantificano e “dosano” la spinta inversa con buona prevedibilità, utile in ormeggio con vento traverso.
Prestazioni: velocità, crociera, autonomia, consumi
La piattaforma è progettata per offrire picchi di velocità difficilmente eguagliabili nella taglia, ma il dato più interessante è la crociera sostenibile su medie altissime. L’assetto “naturale” in planata, la distribuzione dei pesi e l’interazione con i waterjet fanno sì che si possa mantenere un’andatura elevata per periodi prolungati senza che comfort e integrità strutturale ne risentano. La stima dell’autonomia va sempre correlata al profilo d’uso: a velocità da trasferimento rapido il consumo specifico cresce in modo non lineare; scendendo sotto certe soglie, la progressione dei consumi diventa molto più favorevole, soprattutto in rotte costiere con traffico e restrizioni.
Sistemi di bordo: elettronica, automazione e controllo
La plancia è concepita come una human–machine interface coerente con la velocità dell’imbarcazione. Schermi ridondati, grafica leggibile e semplificazione dei layer informativi abbattono il carico cognitivo del timoniere: a velocità importanti, la priorità è mantenere un loop percettivo cortissimo tra ciò che avviene sotto lo scafo e ciò che viene mostrato agli strumenti. I sistemi di monitoraggio motori, logiche di allarme parametrico e diagnostica predittiva concorrono a prevenire condizioni fuori norma, mentre la gestione delle utenze di bordo è affidata a domotica integrata, con profili energetici preimpostati (notte, rada, navigazione, hot day).
La stabilizzazione è affrontata con soluzioni giroscopiche e/o a pinne per la rada e le andature medio-basse, a seconda delle specifiche armatoriali. All’aumentare della velocità, la portanza di carena e la geometria dei pattini rendono meno rilevante il contributo dei sistemi attivi, fermo restando il beneficio del controllo trasversale in ingresso/uscita d’onda. L’impiantistica è organizzata per garantire accessibilità: passaggi, filtri, pompe e quadri sono posizionati in modo da ridurre tempi e costi di manutenzione programmata.

Design, architettura degli interni e layout
Lo sviluppo degli interni risponde a un criterio cardine: massimizzare la fruizione degli spazi mantenendo la coerenza con la natura sportiva dell’oggetto. Il main deck è un continuum visivo tra area living, zona dining e apertura verso la spiaggetta di poppa; le vetrate filanti e i montanti snelli alleggeriscono il perimetro, amplificando la luminosità senza compromettere la rigidezza. Le soluzioni “galley up/down” permettono di modulare l’uso privato/charter, mentre sottocoperta la tipica distribuzione prevede una cabina armatoriale a tutto baglio, una VIP e due ospiti, con percorsi di servizio separati per l’equipaggio.
L’ergonomia delle aree esterne è stata sviluppata tenendo conto del vento apparente alle andature più frequenti: schienali, corrimano e protezioni generano microzone a bassa turbolenza dove conversare e godersi la navigazione. La beach area di poppa è concepita come hub funzionale: declinabile in area balneare, palestra in rada, tender base o living allargato con arredi modulari. L’uso di materiali leggeri per arredi e rivestimenti consente di evitare incrementi di massa, preservando gli obiettivi dinamici.



Innovazione e ricerca: efficienza, sostenibilità, sicurezza
L’innovazione più significativa è l’integrazione carena–propulsione in un’ottica di efficienza ai regimi medio-alti: l’AB 100 permette di “stare alto” sull’acqua con un equilibrio di portanza e resistenza che valorizza la curva di rendimento dei waterjet. Dal punto di vista della sostenibilità, la riduzione dei tempi di tratta, a parità di rotta, abbassa il tempo motori e, se la programmazione di crociera è intelligente, può produrre benefici in termini di consumo complessivo.
Sul fronte sicurezza, l’assenza di organi sporgenti immersi riduce i rischi associati a detriti o bassi fondali. Le logiche di fault detection sugli impianti critici, la duplicazione di sensori e la gestione intelligente degli allarmi aiutano a prevenire scenari degenerativi. Il cantiere adotta procedure di collaudo che includono test a diverse configurazioni di carico e differenti stati del mare, misurando non solo i picchi prestazionali, ma l’affidabilità del sistema nel suo insieme.
Vita a bordo e comfort
Comfort dinamico
La peculiarità dell’AB 100 è l’assenza quasi totale di vibrazioni percepibili in molte condizioni d’esercizio. Questo deriva non solo dalla natura della propulsione, ma anche dall’attenzione alle linee di carico, agli appoggi macchina e alla disposizione delle paratie. In salone è possibile intrattenere conversazioni anche in trasferimento a andature che, su altre barche, imporrebbero un tono di voce elevato. Le cabine beneficiano di un isolamento calibrato per bande di frequenza: massetti, controsoffitti e giunti elastici sono selezionati per attenuare le componenti più fastidiose per l’orecchio umano.
Ergonomia degli spazi
I percorsi sono lineari e privi di punti morti, gli imbarchi e gli sbarchi dalla spiaggetta risultano sicuri grazie a scalette e corrimani integrati, e l’illuminazione tecnica evita coni d’ombra indesiderati. La ventilazione, forzata e naturale, è pensata per funzionare anche in scenari di alta escursione termica: la climatizzazione non è semplicemente “potente”, ma stabile, con ramificazioni a perdita ridotta e sonorità contenute delle bocchette.

Prestazioni in navigazione: prove e feedback
Avviamento, planata, tenuta
Le prove in mare su unità di serie mostrano un comportamento coerente con la vocazione sportiva: l’ingresso in planata è pronto e senza esitazioni, con una percepibile “pulizia” del flusso attorno alla carena. Nei cambi di direzione, la traiettoria è precisa e leggibile, senza scodate o ritardi; la coppia erogata dai tre gruppi consente accelerazioni che richiedono attenzione e progressivezza per non sorprendere gli ospiti a bordo. La poppa “ferma” e il rollio contenuto nelle manovre rapide infondono sicurezza al timoniere.
Comportamento su mare formato
In presenza di onda corta e frangente, la prua affilata limita gli impatti, mentre la deadrise e i pattini smaltiscono l’energia in modo progressivo. L’assetto tende a restare neutro, con piccoli aggiustamenti ai regimi per mantenere la barca nella finestra di lavoro più confortevole. La sensazione, per equipaggio e ospiti, è di un mezzo “solido” che non si scompone e non costringe a correzioni continue, pur mantenendo andature che molte unità della stessa taglia non possono sostenere a lungo.

Mercato e concorrenza
Segmento, prezzo e valore
L’AB 100 presidia il micro-segmento dei 30 metri ultra-veloci, dove la disponibilità di modelli davvero comparabili è ridotta. Il valore percepito deriva da quattro elementi: prestazione massima, crociera sostenuta, maneggevolezza in acque basse e qualità costruttiva. L’incidenza di personalizzazioni e della scelta del pacchetto propulsivo rende la forbice di prezzo ampia, ma, rispetto ai competitor diretti, la combinazione “triplo waterjet + carena ottimizzata” costituisce un differenziale spesso decisivo nella scelta.
Analisi dei competitor diretti
- Sportfly e coupé ad alte prestazioni di fascia 27–33 m con propulsioni a linee d’asse, surface drive o jet doppi: ottime velocità di punta, ma meno immediate nella manovra fine su bassi fondali e, in alcuni casi, con minore neutralità d’assetto alle altissime andature.
- Open “custom” artigianali sulle 100 piedi: grandissima cura dinamica e personalizzazione estrema, con picchi velocistici notevoli; l’AB 100 oppone maggiore sistematicità nell’integrazione carena–jet e una piattaforma industriale più rodata nella replicabilità del risultato.
- Gran sport dislocanti veloci con carene a Froude basso-medio: superano l’AB 100 in economia di esercizio a 18–22 nodi, ma non possono competere nelle tratte “time-critical” o nei contesti di accesso a baie molto basse.
Trend del settore
La domanda nel segmento luxury sta biforcandosi: da un lato armatori orientati a comfort e sostenibilità con velocità moderate; dall’altro clienti che privilegiano prestazione pura e libertà di movimento, potendo raggiungere con rapidità mete che richiedono ore a barche tradizionali. L’AB 100 intercetta con lucidità il secondo filone, offrendo, allo stesso tempo, una qualità di vita a bordo in linea con aspettative top di gamma. I noleggi charter in destinazioni come Mediterraneo occidentale e orientale beneficiano della capacità di “saltare” tra baie e isole in tempi compressi, aumentando la densità di esperienze in un singolo itinerario.
Clientela target
- Armatori privati che desiderano un mezzo distintivo, capace di esprimere prestazioni realmente superiori e di accedere in sicurezza a fondali ridotti.
- Operatori charter di lusso focalizzati su esperienze adrenaliniche con comfort da superyacht, interessati a rotte dinamiche e a un alto tasso di “wow factor”.
- Brand ambassador e società di rappresentanza che utilizzano lo yacht come piattaforma d’immagine e test drive per clienti high-profile.
Risultati e riconoscimenti
La diffusione della piattaforma e la costante presenza sui principali palcoscenici nautici testimoniano il successo del progetto. Il modello è frequentemente citato come riferimento per integrazione waterjet–carena, qualità dinamica e rapporto tra prestazione e vivibilità. L’eco di mercato si traduce in tempi di assorbimento interessanti sul second-hand e in una forte riconoscibilità del prodotto, elemento che consolida il valore residuo nel medio periodo.

Prospettive future
Le aree di evoluzione più promettenti sono tre. Primo: ottimizzazione dei compositi con laminati ibridi e processi di infusione sempre più ripetibili, per alzare la rigidezza specifica e contenere ulteriormente la massa senza scendere a compromessi sulla durabilità. Secondo: miglioramento dei gruppi jet su palette e diffusori, con logiche di controllo elettroniche più sofisticate che traducano i comandi del timoniere in traiettorie ancora più pulite, soprattutto in retro e in “fine manovra” con vento laterale. Terzo: energy management e comfort climatico, con pacchetti servizi evoluti, isolamento potenziato e attenzioni incrementali alla vita in rada con generatori ottimizzati e curva acustica più dolce.
Operatività: equipaggio, manutenzione, gestione
Spazi e workflow dell’equipaggio
La zona equipaggio è separata con percorsi di servizio che consentono di operare senza interferire con la vita degli ospiti. La cucina, le aree di stivaggio e i locali tecnici sono posizionati per minimizzare i tempi di spostamento e massimizzare la sicurezza nelle manovre. La sala macchine, punto critico su qualsiasi barca veloce, è organizzata con grande attenzione ad accessibilità e ventilazione: i flussi d’aria forzata seguono percorsi razionali che evitano ristagni e cali di efficienza dei gruppi.
Manutenzione programmata
La manutenzione dei waterjet, sebbene specializzata, beneficia dell’assenza di organi esterni vulnerabili. Le finestre di fermo possono essere pianificate con precisione grazie al data logging dei parametri macchina e alla diagnostica preventiva. I filtri e i prefiltri dei circuiti carburante e acqua di mare sono facilmente raggiungibili; l’impianto elettrico è razionalizzato con quadri e sottoquadri ispezionabili, etichettatura chiara e cablaggi a regola d’arte.
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Scheda tecnica riassuntiva
- Categoria: Sportyacht planante, 30 m
- Architettura navale: scafo in composito a deadrise pronunciata con pattini di portanza ottimizzati per alte andature
- Materiali: GRP con rinforzi aramidici e sandwich a densità differenziata; sovrastruttura in composito leggero
- Propulsione: triplo waterjet (due sterzanti + booster)
- Motorizzazione: tre unità termiche ad alta potenza su base V12 (configurazioni variabili in funzione dell’allestimento)
- Velocità: crociera sostenuta a medie molto elevate; punte velocistiche tra le più alte del segmento
- Pescaggio: contenuto, idoneo a acque basse e baie
- Layout tipico: 4 cabine ospiti + equipaggio; main deck open con connessione diretta alla beach area
- Sistemi di bordo: HMI full-glass, domotica integrata, stabilizzazione in rada, monitoraggio predittivo impianti
- Posizionamento: micro-segmento 30 m ultra-veloce, forte “wow factor”, altissima manovrabilità
Sintesi strategica e posizionamento
L’AB Yachts AB 100 è un caso di scuola su come si possa costruire un vantaggio competitivo attraverso la specializzazione tecnica. In una fascia di mercato dove molti prodotti convergono verso soluzioni generaliste, questa barca sceglie senza esitazioni la via della velocità “utile”: non la punta da brochure, ma l’andatura che si tiene per davvero, a lungo, con ospiti felici e equipaggio non esausto. La triade waterjet, integrata con una carena elaborata e con materiali intelligenti, regala una guida rapida e precisa, unita a un accesso ad acque basse che moltiplica le possibilità di itinerario. Gli interni e gli esterni, asciutti nei volumi e generosi nella luce, rispondono a una logica funzionale, lontana dal barocco e dalle concessioni inutili alla ridondanza.



