Arcona 50 è un cruiser performante di nuova generazione che reinterpreta la tradizione nordica in chiave contemporanea. È uno scafo pensato per essere condotto da equipaggi ridotti senza rinunciare a una resa velocistica di livello, con una piattaforma tecnica che privilegia leggerezza, equilibrio dei volumi e impiantistica razionale. Le scelte di carena, la distribuzione delle masse e il piano velico a forte allungamento descrivono un oggetto raffinato, capace di coprire lunghe tratte in comfort ma altrettanto disposto a mostrarsi brillante quando il vento cresce. Non un “ibrido di compromesso”, bensì un progetto in cui ogni dettaglio è finalizzato a fare efficienza: idrodinamica pulita, rigging lineare, interni alleggeriti ma curati, e sistemi di bordo facili da usare e mantenere.
Il cantiere: origini, filosofia, reputazione
Radici svedesi e qualità come metodo
Arcona Yachts nasce e cresce in Svezia, portando in cantiere la cultura tecnica dei Paesi nordici: tempi di lavorazione mai affrettati, fornitori selezionati con attenzione maniacale e una politica di controllo qualità che predilige processi ripetibili e documentati. In Arcona si progetta per un armatore che naviga davvero—stagioni intere, non weekend—e pretende uno scafo asciutto, silenzioso e robusto nel tempo. La reputazione del marchio è costruita proprio su questa continuità: barche capaci di mantenere prestazioni e valore anche dopo molti anni di uso intenso, con finiture che invecchiano bene e impiantistica accessibile per manutenzioni rapide.

Una scuola progettuale “funzionale”
La filosofia Arcona non rincorre effetti scenici superflui. Ogni soluzione è verificata con criteri oggettivi: quanto pesa, quanto semplifica la vita di bordo, quanto riduce resistenze e vibrazioni, come incide sui costi operativi. Lo si percepisce nella linearità delle forme, nell’assenza di fronzoli e nel modo in cui le superfici sono ottimizzate per lavorare insieme: carena, appendici, rig e layout di coperta dialogano come un sistema unico. Il risultato è un 50 piedi essenziale quanto a estetica, e per questo elegantissimo.
Analisi tecnica approfondita
Dimensioni principali e architettura navale
- Lunghezza fuori tutto (LOA): circa 15,8 m
- Lunghezza al galleggiamento (LWL): circa 14 m
- Baglio massimo: attorno ai 4,6 m
- Dislocamento: nell’ordine dei 14 t
- Zavorra: superiore ai 5 t, in piombo
- Pescaggio: opzioni multiple con standard profondo per massimizzare stabilità e bolina
- Timoneria: doppie pale, doppia ruota
La carena si sviluppa su un impianto moderno: prua piena ma non estrema, spigoli dolci che aiutano portanza e controllo dello sbandamento, poppa larga per contenere la superficie bagnata in assetto e generare momenti raddrizzanti generosi. Il centro di carena è posizionato per garantire appoggi progressivi quando il vento sale, mentre le sezioni di uscita sono modellate per ridurre il distacco dei flussi e tenere l’imbarcazione “piatta” nelle accelerazioni alle portanti. L’insieme privilegia la velocità media reale, la vera variabile che conta per chi deve macinare miglia in crociera lunga.

Materiali, laminazione e struttura
Scafo e coperta sono realizzati in composito di vetroresina con sandwich in aree selezionate per bilanciare rigidità e massa. L’ossatura strutturale è formata da grid dimensionate in modo conservativo e resinature controllate, con un uso esteso di anime leggere negli interni: pannellature alleggerite, divisori “cored”, componenti di falegnameria ingegnerizzati per portare carichi senza appesantire. Questo approccio consente di riservare il “peso buono” dove serve—zavorra e appendici—e togliere grammi (e vibrazioni) dalle sovrastrutture. Il risultato è un comportamento in mare “sordo”: niente trilli, pochi scricchiolii, risonanze ridotte anche con mare al traverso.
Chiglia e timoni: portanza e controllo
La chiglia adotta una pinna sottile che lavora con un bulbo in piombo dalla forma ottimizzata per generare alto righting moment senza trascinarsi resistenza inutile. I timoni gemelli offrono presa costante anche con sbandamenti importanti: quando la barca accelera in poppa con gli asimmetrici, le pale restano immerse al punto giusto e restituiscono un feedback pulito alla ruota. La ridondanza dei due sistemi dà inoltre margini di sicurezza superiori in caso di urti o incaglio accidentale.

Albero, sartiame e piano velico
Il rig è frazionato con crocette acquartierate, pensato per carichi ben distribuiti e un profilo di randa efficiente lungo tutta l’altezza. Il sartiame discontinuo in tondino riduce allungamenti, mentre la geometria delle manovre correnti consente di gestire randa e fiocco dalla zona del timoniere—un punto cardine per la conduzione in coppia. L’autovirante semplifica la vita con vento medio-leggero e in virata, mentre le rotaie per genoa sovrapposto aprono l’orizzonte alle finezze di regolazione tipiche del “performance cruising”. Il bompresso integrato, infine, rende immediato l’utilizzo di Code 0 e asimmetrici di generosa superficie, aumentando sensibilmente le andature intermedie.
Propulsione ausiliaria e trasmissione
La motorizzazione standard si colloca nella fascia degli 80 hp, con trasmissione scelta per compattezza e silenziosità. L’isolamento del vano motore è di impostazione “automotive”: materiali multistrato, percorsi dell’aria guidati, staffe elastiche che limitano la trasmissione di vibrazioni allo scafo. L’accessibilità alle parti di servizio—filtro gasolio, girante, cinghie—è un tema preso sul serio: interventi di routine eseguibili senza smontare mezza barca significano meno ore in officina e più ore in navigazione.
Prestazioni previste: numeri e comportamento
Il 50 piedi svedese è stato progettato per muoversi con aria leggera e restare composto quando le cose si fanno più serie. In bolina, con 10–12 nodi veri e genoa, si ottengono angoli stretti e velocità stabili nell’intorno dei 7–8 nodi; con asimmetrici o Code 0 alle portanti la barca allunga con progressione fluida, mantenendosi piatta grazie al momento raddrizzante. A motore, l’elica e il rapporto di riduzione sono dimensionati per trasferimenti efficienti: la velocità di crociera meccanica è coerente con il segmento, con consumi allineati a un dislocamento contenuto e serbatoi dimensionati per tratte di più giorni senza rifornimento.

Sistemi di bordo: impianti, elettronica, domotica
L’elettronica è impostata su strumenti vento, log, GPS e autopilota integrati da un plotter principale posizionato in modo da essere leggibile sia al tavolo carteggio sia in pozzetto. L’illuminazione è interamente a LED con circuiti dimmerabili; i quadri elettrici sono ordinati, etichettati e assistiti da canaline cablate in modo che ogni linea sia individuabile. La predisposizione per desalinizzatore, generatore e clima è prevista senza andare a disturbare baricentro e accessibilità. Anche la parte idraulica è tratta come un “sistema”: passaggi regolari, filtri e valvole raggiungibili, pompe su supporti anti-vibrazione.
Progetto degli interni, studio degli spazi e layout
La pianta interna è a tre cabine e due bagni con docce separate. La cabina armatoriale di prua ha letto passante e spazi di stivaggio distribuiti su livelli, pensati per separare l’equipaggiamento di lungo raggio dall’uso quotidiano. In dinette, la geometria a “L” del divano principale e le superfici verticali chiare amplificano la luce; il carteggio rimane un ambiente vero, con seduta ergonomica, piani di lavoro e spazio per strumenti aggiuntivi. La cucina può essere parallela o a “U”: nella prima configurazione aumenta il passaggio longitudinale, nella seconda cresce la superficie utile per preparazioni in navigazione con barca sbandata. Le cabine di poppa offrono letti ampi con possibilità di configurazioni gemelle o matrimoniali, e mantengono aperture per ventilazione trasversale.
Ergonomia esterna e coperta
La coperta è organizzata perché a bordo ci si muova senza urti: passavanti larghi, punti di presa dove servono, attrezzatura incassata per ridurre inciampi. Il pozzetto è profondo il giusto e modulabile: tavoli che si aprono e si chiudono, gavoni secchi, sprayhood e tende integrate in vani dedicati che non rubano spazio in manovra. I winch primari arretrati permettono di lavorare sulle scotte restando in prossimità della ruota, mentre le drizze corrono in canaline protette fino alle colonnine. Tutto concorre a una conduzione rilassata, senza caos di cime e con la barca sempre “leggibile”.
Layout

Innovazione concreta: dove il progetto fa la differenza
- Alleggerimento intelligente: interni e paratie con tecnologie di sandwich e giunzioni calibrate riducono massa là dove non serve, preservando rigidità globale e comfort acustico.
- Efficienza aero-idrodinamica: profili, allineamenti e transizioni tra scafo, bulbo, pale e deriva minimizzano resistenze parassite; la resa del rig a tre ordini di crocette permette vele più “piatte” e veloci senza indurire il timone.
- Sicurezza passiva: impianti instradati e segregati, ridondanze ragionate (doppia timoneria), accessi chiari ai punti sensibili: perché l’affidabilità non è un accessorio.
Comfort reale: vivere a bordo per settimane
Il comfort non è affidato a estetica e luci ambientali, ma nasce dall’insieme: rumorosità contenuta, ventilazione incrociata, punti luce adeguati al lavoro e al relax, superfici che non stancano né al tatto né alla vista. Le cuccette sono dimensionate per dormire davvero in navigazione, con movimenti controllati e sostegni nel punto giusto. Gli spazi di stivaggio non sono “vuoti residui”, ma volumi progettati per coperte, attrezzature sub, cambusa e ricambi: la barca rimane ordinata, leggera e svelta anche dopo settimane di vita a bordo.
Comportamento in mare: sensazioni alla ruota
Alla ruota la risposta è netta e progressiva. La barca entra in assetto senza esitazioni, stringe il vento con naturalezza e riparte subito dopo la virata. Nei laschi con aria, la sensazione è di scivolare su rotaie: si corregge di pochi gradi, la pala mantiene presa uniforme e i numeri sul log crescono con regolarità. Il pozzetto resta protetto, asciutto, e i movimenti sono prevedibili: non sorprende che sia un 50 piedi che mette d’accordo regatanti esperti e navigatori di lungo corso.

Mercato e concorrenza
Segmento e posizionamento
Il 50 piedi scandinavo appartiene alla nicchia dei cruiser performanti di fascia alta, dove l’asticella non si misura solo in nodi ma in qualità percepita, rigore costruttivo e affidabilità in oceano. Il posizionamento di prezzo rispecchia materiali, ore-uomo e finitura: non il più “economico” del panorama, ma coerente con un’offerta che parla a un armatore esigente, pronto a investire in un bene che mantenga valore e piacere d’uso.
Competitor diretti: differenze chiave
- Scuola danese (cruiser sportivi di impostazione “race-bred”): spesso più spinta su spigoli e piani di coperta essenziali; Arcona risponde con una visione leggermente più “cruising oriented” nella vivibilità senza arretrare sul fronte delle performance.
- Scuola italiana (eleganza mediterranea e layout puliti): grande cura formale e finitura sartoriale; il 50 svedese si distingue per l’impostazione tecnica più “ingegnere” e per l’attenzione all’acustica e alle vibrazioni.
- Scuola tedesca (serie industriali evolute): capacità produttiva e rete capillare; Arcona si colloca come scelta per chi privilegia personalizzazione, controllo qualitativo artigianale e massa contenuta.
Tendenze del settore
Nel segmento 48–52 piedi si affermano tre trend: bagli più importanti per volumi e stabilità di forma, sistemi elettrici più integrati (monitoraggio, energia di bordo, climatizzazione efficiente) e richiesta crescente di conduzione short-handed. Il 50 nordico interpreta tutti e tre: carena moderna ma non caricaturale, impiantistica predisposta per upgrade e manovre semplificate fino alla timoneria.
Clientela di riferimento
L’armatore-tipo è un navigatore competente, spesso con trascorsi in regata o crociere d’altura, che cerca una barca “strumento” più che “oggetto”. Vuole velocità medie alte, basse ore di manutenzione, interni solidi e silenziosi. Il modello si presta anche a charter di fascia premium, dove la facilità di gestione e l’affidabilità riducono costi e imprevisti.

Riconoscimenti e riscontro
Il 50 piedi svedese è stato accolto con favore dalla stampa specializzata per precisione di timone, qualità di costruzione e abitabilità ben dimensionata. Premiazioni di settore e shortlist internazionali hanno sottolineato l’equilibrio tra comfort e performance: un risultato non scontato in questa lunghezza, dove spesso si eccede su uno dei due fronti.
Prospettive e sostenibilità
Efficienza energetica di bordo
Ridurre peso e resistenze significa anche contenere il fabbisogno energetico: meno ore motore, minori cicli del generatore, batterie che si ricaricano più rapidamente. L’illuminazione a basso consumo, i frigoriferi ben coibentati e la disposizione degli impianti pensata per interventi veloci vanno nella stessa direzione. La barca è predisposta per sistemi di generazione ausiliaria e pacchi batterie maggiorati, così da gestire life a bordo “off-grid” più a lungo, senza rincorrere continuamente prese a terra.
Ricerca futura: cosa aspettarsi
Le prossime evoluzioni per una piattaforma come questa riguardano tre ambiti: materiali ancora più performanti sugli interni (per limare ulteriori chili), timonerie e pinne con strip ottimizzati dal CFD per ridurre ulteriormente la resistenza indotta, e integrazioni software che rendano sempre più trasparente lo stato di salute dei sistemi (diagnostica predittiva, monitoraggio energetico in tempo reale). Linee che il cantiere svedese ha già dimostrato di saper seguire con metodo.
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Scheda tecnica sintetica
- Cantiere: Arcona Yachts (Svezia)
- Categoria: Performance Cruiser 50’
- Progetto: team di design con forte background regatistico
- Scafo: composito in vetroresina; rinforzi strutturali con grid dimensionate
- Coperta: layout “clean” con passavanti larghi e attrezzatura incassata
- Appendici: pinna sottile con bulbo in piombo; doppie pale del timone
- Albero e rig: frazionato, crocette acquartierate, sartiame discontinuo
- Vele di prua: fiocco autovirante; genoa overlappato opzionale; bowsprit per Code 0/asinmetrici
- Motore: circa 80 hp, isolamento acustico avanzato
- Serbatoi: capacità adeguate a crociere d’altura
- Interni: 3 cabine, 2 bagni con docce separate; cucina a “U” o parallela; carteggio vero
- Impiantistica: LED dimmerabili, cablaggi ordinati, predisposizione per desalinizzatore e generatore
- Conduzione: ottimizzata per equipaggio ridotto, manovre dalla zona timonieri
Approfondimento ingegneristico: note di calcolo e criteri di progetto
Bilancio dei pesi
La massa è allocata in modo conservativo tra zavorra e strutture primarie. L’obiettivo è mantenere un righting moment elevato senza penalizzare la risposta in aria leggera. Interiori e controstampi alleggeriti producono due effetti virtuosi: migliore rapporto superficie velica/dislocamento e minori sollecitazioni sui singoli giunti strutturali nelle accelerazioni.
Rapporto superficie bagnata / portanza
La carena è stata orientata a “galleggiare veloce” più che a “planare aggressiva”. Le sezioni centrali restano portanti per ampi range di sbandamento, limitando l’aumento della superficie bagnata al crescere del vento. Questo si traduce in una salita lineare della velocità e in consumi a motore più bassi a pari andatura grazie a un coefficiente di resistenza minore.
Dynamic stability e comfort dinamico
Il comfort percepito a bordo non è un concetto astratto: dipende da accelerazioni angolari, frequenze di risonanza delle strutture e propagazione delle vibrazioni. Il 50 svedese lavora su tutti e tre i livelli: momenti raddrizzanti, rigidezza della griglia e stratigrafie anti-rumore riducono picchi e risonanze. Il risultato pratico è che—nelle stesse condizioni—si cucina con più tranquillità, si dorme meglio e ci si stanca meno.
Manutenibilità come requisito
Gli spazi tecnici sono stati previsti con logica “service first”: accessi a pompe, filtri e valvole, passaggi cavi documentati e numerati, volumi per eventuali retrofit (batterie aggiuntive, apparecchiature elettroniche) senza snaturare baricentro e ispezionabilità. Questo approccio minimizza i tempi fermi e contiene i costi lungo il ciclo di vita dell’imbarcazione.
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Conclusioni tecniche: dove si colloca Arcona 50
Arcona 50 è un progetto che privilegia la sostanza alla scena: pochi decori, tanta ingegneria. La barca sa essere appagante alla ruota e accogliente sotto coperta, non teme le tratte lunghe e non richiede equipaggi numerosi per essere condotta bene. Nel panorama dei 50 piedi europei si ritaglia uno spazio molto preciso: quello di un cruiser performante con DNA scandinavo, capace di unire velocità media, silenzio strutturale e manutenzione intelligente. È il genere di oggetto che si sceglie una volta e si tiene a lungo.



