Azimut Grande 36M, un gioiello di architettura navale | Spazio e comfort al primissimo posto

Nel panorama dei superyacht compatti, la piattaforma da 36 metri si colloca come soglia critica in cui l’architettura navale deve conciliare tre vincoli spesso in conflitto: efficienza idrodinamica su carene ad alta volumetria, rigidità strutturale con masse contenute e fruibilità degli spazi a bordo tipica di scafi ben più grandi. Il progetto della serie Grande 36M interpreta questa soglia con un’impostazione trideck evoluta, superfici vetrate estese e un uso mirato di materiali compositi ad alta prestazione per sottrarre peso nelle porzioni superiori della sovrastruttura, salvaguardando al contempo inerzia strutturale e comfort vibroacustico. La logica è esplicita: innalzare la qualità della vita a bordo senza compromettere la prevedibilità di governo e la coerenza delle linee di carico impiantistiche.

La distribuzione dei volumi valorizza il widebody di zona, ossia l’ampliamento utile del baglio per incrementare i metri quadri interni nei ponti destinati al day living, mantenendo però passaggi esterni sicuri e percorsi tecnici protetti. Ne deriva un’imbarcazione che fa della continuità spaziale il proprio manifesto: relazioni fluide tra aree sociali, visuali trasversali di lunga gittata, transizioni senza soglie marcate tra interno ed esterno. È la risposta progettuale a un armatore che chiede alla barca la stessa usabilità di un attico contemporaneo, con il plus di una piattaforma marina capace.

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Azimut Grande 36M – azimutyachts.com

Profilo del cantiere: visione industriale e criteri di qualità

La filosofia costruttiva di chi firma il 36 metri è storicamente improntata alla combinazione di ricerca stilistica, innovazione di processo e industrializzazione delle fasi a valore aggiunto. L’adozione estesa di compositi rinforzati con fibre a orientamento controllato, unitamente a cicli di post-curing selettivi, consente uno scaling coerente della gamma e la replicabilità delle prestazioni nel tempo. La reputazione di mercato è frutto di tre fattori: capacità di presidiare segmenti contigui con modelli complementari, filiera di fornitura certificata e rete post-vendita internazionale in grado di supportare il ciclo di vita del bene con interventi rapidi e programmati. La cifra stilistica, riconoscibile ma non autoreferenziale, dialoga con studi esterni di architettura e interior design per mantenere il prodotto aggiornato ai linguaggi contemporanei senza cadere in mode a rapido decadimento.

Analisi dell’architettura navale

Geometrie di scafo, baglio e galleggiamenti

In un 36 metri moderno, la lunghezza al galleggiamento è studiata per contenere la resistenza d’onda a velocità di trasferimento “da famiglia” e per assicurare una transizione priva di discontinuità tra regimi di semi-dislocamento e crociera sostenuta. Il baglio generoso è messo a frutto con una sezione maestra che coniuga volumi abitabili e stabilità trasversale, mentre le chine marcate lungo i quartieri mitigano l’ingresso d’acqua in coperta e contribuiscono alla portanza in navigazione al traverso. Le forme d’ingresso restano affilate per ridurre il coefficiente di impatto sul mosso corto, con un’attenzione particolare alle superfici bagnate in zona prora: mantenere un flusso aderente e pulito ritarda l’insorgenza di fenomeni di ventilazione e cavitazione sulle appendici.

La distribuzione della massa è trattata come variabile di progetto a pari dignità rispetto a estetica e impiantistica. Serbatoi principali, pacchi batterie, gruppi chiller e apparati di trattamento sono collocali per contenere le variazioni del centro di gravità longitudinale al variare dei carichi e delle condizioni di servizio. Il risultato è una barca che non impone al comandante la continua micromanipolazione di flap e interceptor per restare nella finestra ottimale di assetto, ma accetta microcorrezioni che fine-tunano consumi e comfort.

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Azimut Grande 36M – azimutyachts.com

Struttura primaria: longheroni, paratie e giunzioni

La scatola strutturale è definita da longheroni longitudinali a sezione variabile, madieri trasversali e paratie resin-bonded che trasferiscono i carichi dall’opera viva ai punti di appoggio della sovrastruttura, evitando concentratori di tensione tipici di giunzioni meccaniche non coadiuvate da adesivi strutturali. Le pelli esterne in composito si avvalgono di stratifiche multiassiali con grammature differenziate, mentre nelle zone a maggiore richiesta di rigidezza specifica si impiega sandwich con anime a celle chiuse. L’obiettivo è duplice: aumentare il rapporto rigidezza/peso e abbassare il metacentro trasversale reale contenendo le masse più in alto, a beneficio del comportamento al rollio.

Le giunzioni scafo–coperta sono progettate come interfacce critiche: l’accoppiamento deve resistere a torsioni e tagli combinati senza trasferire vibrazioni in gamma 100–200 Hz nell’ambiente abitato. La scelta di sigillanti a modulo differenziato lungo lo sviluppo del giunto compensa dilatazioni e riduce i picchi di rumorosità strutturale, contribuendo alla qualità percepita nel medio periodo.

Azimut Grande 36M - ponte inferiore - azimutyachts.com
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Azimut Grande 36M - ponte superiore - azimutyachts.com
Azimut Grande 36M – ponte superiore – azimutyachts.com
Azimut Grande 36M - ponte principale - azimutyachts.com
Azimut Grande 36M – ponte principale – azimutyachts.com

Materiali a bordo: compositi, legni tecnici e finiture

L’uso del carbonio nelle porzioni alte della sovrastruttura e nelle strutture secondarie del top consente di tagliare peso dove il suo impatto sulla stabilità è massimo. Internamente, pannellature leggere con anime tecniche e superfici ad alta resistenza a graffio e UV offrono durabilità e manutenzione semplificata. La scelta dei materiali è guidata da criteri di resistenza meccanica, risposta termica, emissioni VOC e compatibilità con gli adesivi impiegati. Anche il dettaglio apparentemente “soft” — la texture di un rivestimento o la microelasticità di un piano di calpestio — entra nel bilancio: meglio dissipare microvibrazioni a monte che inseguirle con isolanti a valle.

Propulsione, trasmissione e governo

Filosofie propulsive e riduzione dei carichi

Un 36 metri contemporaneo richiede pacchetti motore ottimizzati per profili d’uso discontinui: tratti a velocità moderata in massima efficienza, fasi di crociera sostenuta quando la rotta lo consente, rada prolungata in modalità “hotel”. La selezione delle unità termiche è condotta tenendo conto della curva di coppia in relazione ai rapporti di riduzione, all’elica e al carico dinamico atteso sullo scafo. Le soluzioni di scarico sono studiate per evitare riflussi e risonanze, con particolare attenzione alle emissioni acustiche e al contenimento del back pressure.

La trasmissione — che si tratti di linee d’asse tradizionali, V-drive ottimizzati o altre configurazioni — è dimensionata per trasferire coppie elevate con perdite minime, salvaguardando l’angolo di spinta e il rendimento elicoidale nelle finestre operative prevalenti. Gli organi di governo, coadiuvati da sistemi elettronici di controllo, consentono manovre precise anche in spazi contenuti, con sinergia tra propulsione, thruster e software di assistenza per tenuta posizione e ingressi/uscite di banchina con vento e corrente.

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Azimut Grande 36M – azimutyachts.com

Ottimizzazione eliche e interfacce di controllo

Il nodo elica è affrontato con approccio sistemico: passo, diametro, numero di pale, profilo di bordo d’uscita e finitura superficiale concorrono a definire rumorosità, vibrazioni e consumo specifico. La lettura in tempo reale di parametri chiave — pressione carburante, giri, slip stimato — guida il comandante al punto di massimo rendimento. Le interfacce uomo–macchina privilegiano ridondanza e chiarezza: comandi analogici sempre disponibili, digitale per scenari avanzati, segregazione delle alimentazioni critiche.

Sistemi di bordo ed ecosistema elettrico

Architettura elettrica, BMS e gestione carichi

Il backbone elettrico separa in modo netto servizi, propulsione e carichi ausiliari ad alta intensità. Un BMS evoluto governa banchi batterie con monitoraggio su shunt, equalizzazione delle celle e strategie di load shedding per prevenire picchi e cadute di tensione. Caricabatterie multistadio, inverter a elevata efficienza e quadri con protezioni selettive minimizzano il rischio di black-out e l’invecchiamento prematuro degli accumulatori. La filosofia progettuale è quella del fail-operational: anche in presenza di fault locali, i servizi vitali restano attivi e il rientro in sicurezza è garantito.

Climatizzazione, idraulica e domotica

La climatizzazione usa chiller modulari con compressori inverter e circuiti idronici bilanciati per ridurre differenze di temperatura tra zone e ottimizzare gli assorbimenti. L’impianto idraulico, con autoclavi silenziate e valvole di non ritorno tarate, limita colpi d’ariete e mantiene pressione costante alle utenze di punta (docce, cucina, lavanderia). La domotica integra scenari di illuminazione, schermature solari, intrattenimento, sicurezza e monitoring, accessibili da pannelli locali e da interfacce remoto sicure, con logging degli eventi per diagnosi rapide.

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Design funzionale e distribuzione degli spazi

Zone sociali, percorsi e privacy

Il ponte principale si sviluppa con forte continuità visiva: un living a profondità estesa dialoga con la sala da pranzo e, quando previsto, con una cucina parzialmente a vista. Lo studio dei percorsi garantisce che l’equipaggio possa attraversare le aree operative senza interferire con gli ospiti, grazie a corridoi tecnici e scale di servizio. I ponti superiori offrono terrazze di prua e di poppa calibrate per ospitare lounge e dining all’aperto, con parapetti e falchette dimensionati per sicurezza senza chiudere la vista mare.

La privacy è costruita attraverso livelli: suite armatoriale con accessi dedicati, compartimentazioni acustiche, disimpegni che spezzano linee di vista dirette. Le cabine ospiti mantengono altezze utili generose, stivaggi a volume pieno e servizi con layout ergonomico, evitando giaciture complesse e passaggi obbligati. La marineria dispone di spazi di lavoro e di riposo separati e ben organizzati, con accessi diretti ai locali tecnici per ridurre tempi di intervento e movimentazioni superflue.

Ergonomia, luce e acustica

L’ergonomia di comando si misura con la fatica cumulata: al timone, altezze, angoli e raggi dei comandi sono pensati per sessioni estese; i display multifunzione si leggono a colpo d’occhio e i riflessi notturni sono mitigati da palette cromatiche adeguate. La luce naturale è orchestrata da vetrate a sviluppo longitudinale, con schermature integrate che bilanciano guadagno solare e abbagliamento. Sul fronte acustico, il trattamento combina masse viscoelastiche, disaccoppiamenti mirati e percorsi d’aria silenziati: più che inseguire un numero di dB(A), si restringe la banda di frequenze fastidiose, vera responsabile della fatica sensoriale.

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Innovazione applicata: efficienza, emissioni e stabilità

Riduzione dei consumi e profili “hotel”

L’efficienza non è un orpello di marketing in questa classe: ridurre i litri/ora in crociera si traduce in autonomia superiore e in minori oneri operativi. Ma la vera frontiera è la gestione in rada: profili “hotel” con generatore spento, alimentati da banchi batterie ad alta densità e da inverter ottimizzati, abbattono rumore e vibrazione, elevando la qualità della sosta. Algoritmi di gestione anticipano i picchi e modulano compressori, pompe e carichi non critici per appiattire la curva degli assorbimenti.

Stabilizzazione e sicurezza

I sistemi antirollio di ultima generazione — giroscopi o pinne attive a bassa resistenza — lavorano in sinergia con l’assetto longitudinale per restituire comfort a basse e medie velocità, dove la permanenza è più frequente. La sicurezza integra sensori fumo/gas, allarmi sentina a soglie differenziate, tracking accessi e telecamere con registrazione locale. La separazione dei locali tecnici e i percorsi di evacuazione privi di “cul-de-sac” riflettono una progettazione safety-driven che non sacrifica l’estetica.

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Prestazioni in navigazione e firma dinamica

Risposte al timone e tenuta sul mosso

In manovra, la barca deve risultare docile ma non spenta: la risposta allo sterzo è progressiva, la presa di elica leggibile e la previsione della traiettoria intuitiva. In navigazione, l’allocazione dei pesi e la profilatura di carena consegnano un assetto naturale che riduce il bisogno di correzioni continue. Sul mosso corto, la prua fine attenua l’impatto, mentre sezioni centrali ben sostenute prevengono rimbalzi indesiderati; sul lungo, l’energia d’onda viene dissipata senza colpi secchi, preservando arredi e percezione di solidità.

Rumorosità, vibrazioni e comfort

La firma vibroacustica è la cartina di tornasole della bontà costruttiva. Limitare i contenuti energetici nella banda 100–200 Hz — tipicamente associata a risonanze strutturali e rotismi — riduce la fatica cognitiva e permette conversazioni naturali sia in plancia sia negli spazi conviviali. Il trattamento passa da staffe motori con rigidezze calibrate, piani macchine isolati, staffaggi impiantistici elastici e canalizzazioni aria con curve dolci e rivestimenti fonoassorbenti.

Vita a bordo: abitabilità, servizio e dettaglio

Suite, cabine e servizi

La suite armatoriale valorizza la larghezza di scafo con layout simmetrici e passaggi privi di strettoie. I servizi annessi inseriscono cabine doccia reali, non meri box, e superfici che consentono movimenti naturali. Le cabine ospiti, declinate in doppie o matrimoniali convertibili, mantengono standard di comfort comparabili grazie a controllo climatico, isolamento e stivaggi reali. Dettagli come prese diffuse, ricariche integrate e illuminazione regolabile creano un’esperienza residential-like senza rinunciare al carattere marino.

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Aree equipaggio e processi

L’efficienza di un superyacht si misura anche “dietro il sipario”. Cucine disegnate per servizio intenso, lavanderie con flussi separati, cambuse con catene del freddo stabili e spazi di smaltimento rifiuti organizzati riducono attriti operativi. Le cabine equipaggio rispettano norme e buon senso: volumi adeguati, areazione, privacy funzionale. Collegamenti diretti ai locali tecnici — sala macchine, quadri elettrici, vani impianti — riducono i tempi di intervento e minimizzano interferenze con gli ospiti.

Manutenzione, affidabilità e costo totale di possesso

Pianificazione, accessibilità e diagnostica

La manutenzione programmata vive di due elementi: accessi intelligenti e dati affidabili. Filtri, valvole, pompe, strumentazioni e componenti critici sono raggiungibili senza smontaggi invasivi; i percorsi cavi e tubazioni sono etichettati e documentati. La diagnostica, con logging degli allarmi e trend di variabili chiave, permette interventi predittivi e riduce i fermi imprevisti. Un 36 metri ben progettato si guida anche in sala macchine: vedere e capire subito cosa succede è parte della sicurezza.

Valore residuo e liquidità di mercato

La tenuta del valore dipende da reputazione del brand, continuità della linea, qualità degli allestimenti e storico di manutenzione. Scelte tecniche solide, materiali longevi e documentazione accurata si traducono in un mercato secondario più liquido. L’industrializzazione di processo, quando non sacrifica la personalizzazione sensata, crea un parco circolante omogeneo che giova a tutti gli attori: cantieri, dealer, armatori.

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Scenario competitivo e confronto tipologico

Rivali diretti nella fascia 34–38 m

Nel perimetro 34–38 metri, la concorrenza propone soluzioni che variano per filosofia di carena (semi-dislocante vs planante), per vocazione degli spazi (intramuraria spinta vs terrazze estensive) e per stile degli interni (residenziale puro vs marino reinterpretato). La differenza reale non è nella potenza massima dichiarata, bensì nel rapporto tra metri quadri vivibili e chili realmente investiti in struttura, impianti e isolamento. La barca che convince è quella che, a parità di volumi, pesa meglio: massa dove serve, leggerezza dove conviene.

Alternative tipologiche: acciaio/alluminio e full-custom

Le piattaforme in acciaio/alluminio offrono margini di customizzazione quasi illimitati ma comportano pesi specifici e tempi di costruzione maggiori; i compositi industriali, se ben eseguiti, garantiscono rigidezze elevate e una gestione più snella del ciclo di vita. Il full-custom è la via per esigenze peculiari; il semi-custom industriale, quando sostenuto da un progetto maturo, resta la soluzione con miglior rapporto tra personalizzazione, tempi e costi.

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Clienti di riferimento e profili d’impiego

Armatori privati “owner driven”

Chi guida spesso in prima persona apprezza una plancia leggibile, assistenze elettroniche non invasive e prevedibilità di risposta. Il 36 metri che parla a questo profilo offre comfort di livello assoluto senza chiedere un equipaggio sovradimensionato: procedure semplici, checklist chiare, ridondanze sensate.

Armatori “family & friends”

Per crociere familiari e ospiti frequenti, contano volumi e isolamento, gestione climatica efficiente, cucine e cambuse da uso reale, lavanderie che reggono ritmi intensi. La barca deve essere una casa sul mare: bella, silenziosa, capace di supportare quotidianità e momenti speciali.

Charter di alta gamma

Nel charter premium, oltre all’estetica, contano robustezza dei materiali, flessibilità dei layout e governance digitale delle operazioni (check-in/out, prescrizioni, diagnostica remota). L’equipaggio deve poter lavorare “in trasparenza”: spazi di servizio adeguati, percorsi separati, procedure ripetibili.

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Prove in mare: metriche che contano davvero

Assetto, consumo specifico e comfort percepito

Una buona prova in mare non si limita a registrare punte di velocità: rileva assetto a step di regime, consumo specifico, rumorosità in punti significativi e accelerazioni verticali sul mosso. La curva ideale mostra un plateau di crociera dove piccoli aggiustamenti di trim riducono sensibilmente i litri/ora, mentre il comfort acustico mantiene conversazioni normali senza alzare la voce. La firma sonora sorda, priva di vibrazioni in banda bassa, è un indicatore affidabile della qualità della stratigrafia e dei disaccoppiamenti.

Manovrabilità e predicibilità

In banchina, la barca deve rispondere con tempi corti e movimenti leggibili. Il joystick aiuta, ma l’ingegneria vera si capisce gestendo i comandi separati: l’inerzia si percepisce, il braccio dei propulsori lavora, i thruster completano. Nelle virate strette, raggio e angolo di sbandata restano progressivi, la rotta si chiude senza sorprese. È la sostanza che separa un progetto ben disegnato da uno semplicemente spettacolare sulla carta.

Personalizzazione, pacchetti e scelte di progetto

Allestimenti consigliati per macro-profili

  • Family cruising intensivo: configurazioni clima a zone con inverter, pacchetti isolamento avanzato, illuminazione dimmerabile su scenari, cucina professionale “soft-close” e sistemi di stivaggio ad alta densità.
  • Owner driver: ergonomia di plancia con doppi MFD indipendenti, telecamere perimetrali, autopilota con funzioni avanzate e pagine fuel economy dedicate. Ridondanza comandi analogici.
  • Charter premium: superfici high-wear, sanitari di classe “hotellerie”, audio multi–zona, procedure digitali e diagnostica remota per minimizzare tempi morti.

Opzioni che aggiungono valore

Predisposizioni per sistemi antirollio, pacchetti “hotel mode” estesi, finiture interne anti-UV, canaline impiantistiche sovradimensionate per future integrazioni e quadri elettrici con riserva di potenza: sono scelte che impattano positivamente su valore residuo e fruibilità. Da ponderare con attenzione gli optional “pesanti” in alto: estetica sì, ma con occhio al metacentro.

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Controlli qualità e collaudi: cosa verificare

Pre-delivery inspection

  • Geometrie e chiusure: portelli e serramenti con tolleranze regolari, squadrature e compressioni guarnizioni omogenee.
  • Elettrico/elettronico: cadute di tensione sotto carico, qualità crimpature, aggiornamenti firmware, separazione reti dati/energia.
  • Idraulica/HVAC: tarature autoclave, assenza colpi d’ariete, equilibratura circuiti, rumorosità pompe e chiller.
  • Sea trial: rilevazioni assetto/consumi a tre regimi, livelli sonori in plancia e aree notte, accelerazioni verticali su onda reale.

Lettura strategica del posizionamento

Il 36 metri di questa famiglia si pone come sintesi di tre ambizioni: living di taglia maggiore, capacità marina coerente e gestione operativa a misura di armatore moderno. Non è una “barca manifestò” centrata su una sola dimensione, ma un sistema equilibrato in cui carena, struttura e impianti suonano all’unisono. In un mercato che alterna ricerca di stupore e richiesta di sostanza, questo progetto sceglie la seconda via, dotandosi comunque di un linguaggio formale contemporaneo. La cifra tecnica — riduzione delle masse alte, gestione energetica intelligente, percorsi d’aria e d’acqua silenziati, diagnostica al servizio dell’operatività — è ciò che fa la differenza dopo la centesima ora di navigazione.

Prospettive evolutive e traiettoria del prodotto

L’evoluzione naturale del 36 metri nei prossimi cicli di modello toccherà tre fronti: integrazione energetica ancora più spinta per la vita in rada, ottimizzazioni CFD localizzate per limare resistenze residuali e ulteriori alleggerimenti selettivi in sovrastruttura senza sacrificare smorzamento. Sul versante digitale, ci si attende una maggiore granularità del monitoring, con analisi predittive capaci di suggerire interventi prima che i sintomi si manifestino in modo percepibile. La traiettoria è chiara: rendere la barca sempre più silenziosa, efficiente e intuitiva, mantenendo l’identità stilistica e la qualità percepita che hanno decretato il successo della serie.

Sintesi operativa per l’armatore

Chi cerca in un 36 metri la convergenza tra comfort domestico, autonomia operativa e qualità di navigazione trova in questa piattaforma una risposta matura. È un progetto che premia la conduzione consapevole: conoscere il punto di miglior rendimento, curare la distribuzione dei carichi, mantenere la manutenzione predittiva come prassi. Ripaga con giornate di mare piene, trasferimenti sereni e un ambiente interno che resta confortevole quando davvero serve. In definitiva, un superyacht compatto che “pesa” dove conta: sull’esperienza reale di bordo, più che sulla scheda tecnica esibita al pontile.

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