Il Greenline 39 Hybrid è una barca di 12 metri che ha ridefinito il concetto di “deck-saloon cruiser” grazie a un’architettura navale ottimizzata per l’efficienza sui bassi regimi e alla propulsione ibrida/elettrica che consente lunghi periodi a zero emissioni e una vita di bordo energeticamente autonoma. La firma progettuale di J&J Design si ritrova nella carena “slippery” a bassa resistenza e nella volumetria del salone a 360°, mentre l’H-Drive greenline mette a sistema diesel, motore elettrico, batterie e pannelli solari per coprire un ampio spettro di missioni: dal river pottering in elettrico al trasferimento a velocità di crociera a singolo diesel.
Introduzione tecnica
Nel panorama dei cruiser compatti, il Greenline 39 Hybrid rappresenta un esercizio di coerenza ingegneristica dove carena, impianto energetico e distribuzione degli spazi convergono in un’unica idea progettuale: navigare a consumi ridotti, con comfort acustico elevato e un’autonomia di bordo che non dipende in modo sistematico dal generatore. L’impostazione “deck-saloon” massimizza la continuità tra pozzetto e salone, mentre la geometria dello scafo privilegia l’efficienza ai regimi intermedi e l’assetto regolare sull’onda corta. La piattaforma ibrida, fulcro del sistema, permette di alternare l’andatura elettrica al diesel con logica plug-and-play, estendendo gli scenari d’uso: dagli spostamenti silenziosi in aree sensibili alle crociere costiere con andature di sicurezza.
La scelta di materiali leggeri, unita a una gestione elettrica “residenziale” basata su batterie di capacità generosa e inverter dimensionati, consente di vivere a bordo con un profilo energetico prevedibile, alimentando utenze domestiche senza rinunce. La timoneria luminosa, la visibilità a 360 gradi e la galley affacciata sul pozzetto definiscono un’ergonomia tipicamente mediterranea, pensata per la socialità in rada. In sintesi, il Greenline 39 Hybrid non insegue la velocità fine a sé stessa: promette piuttosto chilometri “utili”, silenzio, ordine impiantistico e una qualità della vita in crociera che nasce da scelte tecniche razionali e da una visione chiara del modo contemporaneo di andare per mare.

Profilo del cantiere: storia, filosofia costruttiva, reputazione
Una scuola slovena che ha fatto scuola “green”
Nata in Slovenia, Greenline Yachts ha portato in serie la visione del “responsible boating” con barche tra 33 e 65 piedi accomunate da tre cardini: efficienza idrodinamica, generazione fotovoltaica integrata e ibridazione della propulsione. Il deck-saloon perno della gamma abbina continuità orizzontale tra cockpit e salone, vetrazioni panoramiche e un impianto elettrico di bordo pensato per una vita prolungata all’ancora senza generatore. Le brochure istituzionali sottolineano un approccio sistemico in cui la forma di carena si accoppia al profilo energetico per coprire velocità da zero fino al double displacement speed in funzione del rapporto LWL/Δ.
La reputazione di mercato del marchio si è consolidata grazie alla costanza dei risultati in termini di comfort e autonomia elettrica real-life, testimoniata anche da owner’s review e riconoscimenti internazionali; il 39 è stato finalista ai Motor Boat Awards e ai Best of Boats Awards.
Analisi tecnica approfondita
Dimensioni principali e architettura navale
- Lunghezza fuori tutto (LOA): 11,99 m (39’5”)
- Baglio massimo: 3,75 m (12’4”)
- Pescaggio: 0,90 m (2’11”)
- Dislocamento a secco: ~7,5–8,0 t (varia con allestimento)
- Serbatoi: gasolio 700 l (185 US gal), acqua 400 l (105 US gal), acque nere 80 l (21 US gal)
Le misure si allineano alle schede ufficiali e a database indipendenti. La carena, firmata J&J Design, adotta una geometria a deadrise moderato con volumi di prua pieni, chine pronunciate per stabilità direzionale e una sezione poppiera ottimizzata per l’efficienza a 6–12 nodi: è il cuore del “slippery hull”.

Materiali di costruzione
Scafo e sovrastruttura sono in GRP (vetroresina) con laminazione in infusione e rinforzi locali su longheroni e paratie; molte superfici interne restano leggere e lavabili, con arredi in essenze chiare (rovere) per massimizzare la luminosità. L’adozione di resine e sandwich mirati consente controllo del peso e smorzamento vibrazionale, a beneficio dell’autonomia elettrica (minor richiesta di potenza a pari velocità).
Propulsioni, trasmissioni e configurazioni impiantistiche
Il Greenline 39 nasce monomotore su linea d’asse e prevede tre macro-configurazioni:
- Diesel “puro”: Yanmar 4LV-250 (250 hp) o 8LV-370 (370 hp), con velocità massima rispettivamente intorno a 18 e 25 nodi.
- H-Drive (ibrido in parallelo): motore diesel Yanmar accoppiato a motore elettrico a magneti permanenti sullo stesso asse. Selettore “flip a switch” per passare istantaneamente da diesel a full-electric e viceversa.
- E-Drive (full electric di fabbrica): pacco batterie Li-ion di grande capacità (es. 2×40 kWh) e motore elettrico (es. Torqeedo Deep Blue 80i da 50 kW) su linea d’asse.
Nel setup ibrido tipico, la batteria di trazione si ricarica in navigazione via generatore/diesel (funzione serial-like) oppure in banchina; sul tetto, un campo fotovoltaico integrato (≈1,1 kW di serie sul 39) alimenta i servizi di bordo e ricarica lenta, riducendo drasticamente la dipendenza dal generatore.

Prestazioni: velocità, crociere, autonomie e consumi
Le prestazioni variano fortemente con la motorizzazione. La seguente sintesi si basa su test indipendenti e dati di cantiere/dealer:
- Top speed diesel 250 hp: ~18 nodi; top speed 370 hp: 24–25 nodi.
- Crociera “ibrida” (diesel a medio regime con supporto elettrico): 10–12 nodi con rumorosità contenuta.
- Autonomia elettrica reale: ~20–30 nm a 5–6 nodi, in funzione di carico, mare e configurazione batterie.
- Consumi a 7 nodi (diesel): ~4,5 l/h per ~630 nm di autonomia su 700 l, riserva 10% inclusa.
- E-Drive (50 kW/80 kWh): ~6 kn per poco oltre 30 nm; a 8,9 kn l’autonomia scende a ~12 nm .
- Uso elettrico in harbor/riserva: 12–20 nm a 4,5–5 kn.
Questi numeri delineano il profilo di missione ideale: elettrico per manovre, aree sensibili, baie e canali; diesel per trasferimenti medi con possibilità di “silent hours” a destinazione. L’ibrido riduce le ore a basso carico sul diesel (malevole per i moderni common-rail), a beneficio di affidabilità e manutenzione.
Sistemi di bordo: elettronica, domotica, navigazione
Il 39 implementa un’architettura elettrica a 12/230 V progettata per garantire “home-like power” senza generatori accesi: inverter di potenza, banco servizi dimensionato, pannelli solari in copertura e gestione energetica centralizzata. Le opzioni includono bow/stern thruster, stabilizzazione giroscopica su taglie superiori (filosofia di gamma) e pacchetti di navigazione (MFD, autopilota) che si integrano con la telemetria dell’H-Drive.
Design e architettura degli interni
La cabina di guida/salone è il cuore del progetto: vetri perimetrali a tutta altezza, skylight elettrici, galley aft che dialoga con il pozzetto tramite una vetrata apribile e la classica plancetta abbattibile elettrica. La visibilità a 360° e le altezze “residenziali” fanno del 39 un liveaboard credibile per coppie e famiglie. Sotto coperta, due cabine (armatoriale a prua e doppia a poppa) e un bagno con box doccia. Lo stile segue i canoni Greenline: rovere chiaro, piani di lavoro in materiali compositi, cuscinerie sobrie, illuminotecnica a LED diffusa.

Innovazione e ricerca: ibrido, solare, sicurezza
L’innovazione del 39 non è “gadget”, ma integrazione di sistema:
- H-Drive con selettore istantaneo diesel/elettrico e energy management evoluto.
- Fotovoltaico integrato (≈1,1 kW sul 39), per servizi e carica batterie, con autonomia reale testimoniata anche da armatori.
- Batterie litio di trazione fino a 80 kWh nelle versioni più spinte.
- Modalità “silent” per rada e crociera in aree regolamentate.
Sul profilo sicurezza, la carena a chiglia “morbida” aiuta la stabilità a bassa velocità; le chine ampie asciugano la murata, mentre la distribuzione dei pesi limita i beccheggi. L’alimentazione elettrica di bordo, dimensionata, mantiene attivi ausili alla navigazione e servizi vitali senza discontinuità, anche a generatore spento.
Vita a bordo e comfort
Spazi e funzionalità “med-style”
Il layout favorisce la socialità: dinette del salone comunicante con il cockpit, passavanti protetti, prua fruibile. In rada, plancetta abbassabile e piattaforma di poppa diventano un “beach club” naturale. La climatizzazione e il pacco batterie consentono notte in rada in silenzio, mentre la cucina “domestica” (forno, piano a induzione, frigo maggiorato) beneficia dell’inverter e del solare per ridurre l’uso del generatore.



Prestazioni in navigazione: test e feedback
Silent running e trasferimenti intelligenti
In elettrico puro il 39 “scivola” a 5–6 nodi in quasi totale assenza di rumore, perfino durante l’ormeggio fluviale. La reale autonomia elettrica riportata oscilla fra 20 e 30 nm a seconda del pacco batterie e dello stato del mare. Sotto diesel, la barca mostra un piano di carena efficiente su 7–12 nodi, con consumi di riferimento attorno a 4,5 l/h a 7 kn.
La misura del progetto non è la “velocità di picco” ma l’ampiezza del profilo operativo: la stessa piattaforma tecnica riesce a consegnare river cruising a zero emissioni, attraversamenti costieri in economia e, con il 370 hp, punte nell’intorno dei 25 kn per margine di sicurezza e finestre meteo strette.
Mercato e concorrenza
Posizionamento e segmento
Per prezzo, dimensioni e filosofia, il 39 presidia il segmento dei deck-saloon cruiser 38–41 piedi a vocazione crocieristica, con una proposta unica per l’integrazione “di serie” fra ibrido e solare. I listini variano in funzione di motore, batterie e pacchetti.
Analisi dei competitor diretti
- Nimbus 405 Coupé: twin-diesel Volvo Penta (fino a D6-370×2) con 31 kn di punta e crociere 17–22 kn; grandi doti ergonomiche scandinave ma approccio “tradizionale” all’energia di bordo.
- Beneteau Swift Trawler 41 Sedan: impostazione trawler planante, top 22–24 kn, miglior economia sui 14–16 kn (circa 60–80 l/h totali), grande capacità di stivaggio e coperta protetta.
- Bavaria E40 (ibrido): progetto coevo con pacchetto ibrido (D3 + 20 kW elettrico) ma taglio più dislocante; autonomie elettriche inferiori e velocità limitate (4–6 kn), filosofia molto “slow”.
La differenziazione del Greenline 39 è evidente: nessun rivale di pari taglia combina, di serie, fotovoltaico integrato, infrastruttura elettrica “residenziale” e un ibrido parallelo intuitivo come l’H-Drive. Chi desidera velocità massime elevate troverà valori superiori su Nimbus 405 o ST41, ma a fronte di consumi più importanti e assenza di “silent run” nativo.
Clientela target
- Armatori privati orientati a crociere familiari costiere, baie e canali regolamentati, con attenzione a comfort acustico e costi d’esercizio.
- Charter premium in aree sensibili/lagunari dove modalità elettrica e autonomia energetica a bordo sono un plus competitivo.
- Società di rappresentanza e flotte corporate per eventi “low-impact”, con forte storytelling sulla sostenibilità.

Risultati e riconoscimenti
Il 39 ha collezionato nomination e finalist ai Motor Boat Awards e Best of Boats Awards. La stampa di settore ne ha apprezzato la silent navigation e la logica “ibrida di scopo”, mentre owner e dealer riportano esperienze di crociera con zero necessità di generatore per anni, grazie al fotovoltaico e a un banco servizi sovradimensionato.
Prospettive future e traiettoria del cantiere
Il 39 anticipa tendenze divenute mainstream: elettrificazione modulare, autonomia energetica ai servizi e riduzione di rumore, vibrazioni ed emissioni in rada. L’evoluzione naturale riguarda: densità energetica delle batterie, sistemi di ricarica AC/DC rapida in marina, integrazione con algoritmi predittivi di gestione dell’energia (meteo, profilo missione) e una sempre migliore integrazione fotovoltaica in coperta. Greenline, con la filiera già industrializzata su 33–65 piedi, è posizionata per consolidare una leadership “eco-cruising”.
Galleria immagini




Scheda tecnica sintetica
- Progetto: J&J Design (scafo, interni, esterni)
- Materiali: GRP scafo/sovrastruttura
- LOA/Baglio/Pescaggio: 11,99 m / 3,75 m / 0,90 m
- Serbatoi: 700 l gasolio / 400 l acqua / 80 l nere
- Cabine/Posti: 2 cabine + salone / 4+ posti
- Motori: Yanmar 4LV-250 o 8LV-370; H-Drive con motore elettrico PM su linea d’asse
- E-Drive: es. 50 kW Torqeedo + 80 kWh Li-ion (configurazioni provate)
- Prestazioni: 18–25 kn top (a seconda del diesel), 5–6 kn elettrico; consumi ~4,5 l/h a 7 kn; autonomia elettrica 20–30 nm
- Solare: ≈1,1 kW standard
- Certificazione CE: Categoria B
Comparazioni numeriche (Greenline 39 vs rivali)
- Greenline 39 (H-Drive): top 18–25 kn; consumi ~4,5 l/h @7 kn; autonomia elettrica 20–30 nm @5–6 kn; solare ≈1,1 kW.
- Nimbus 405 Coupé: top ~31 kn; cruise 17–22 kn; autonomia tipica 200–250 nm ai regimi di miglior resa; nessun elettrico integrato.
- Beneteau Swift Trawler 41 Sedan: top 22–24 kn; migliore economia 14–16 kn (60–80 l/h tot.); nessun “silent mode” nativo.
- Bavaria E40 Hybrid: ibrido ma dislocante; 4–6 kn elettrico con autonomie di 1–4 ore a seconda dell’andatura.
Valutazione ingegneristica complessiva
Punti di forza
- Efficienza a basso/medio regime e comfort acustico grazie a carena ottimizzata e navigazione elettrica.
- Sistema energetico integrato (batterie+solare+inverter) che consente vita a bordo prolungata senza generatore.
- Ergonomia del deck-saloon e continuità cockpit/salone per un utilizzo “med-style”.
- Manutenzione “gentile” del diesel (meno ore a basso carico) e riduzione emissioni in rada e in aree sensibili.
Aree da valutare
- Autonomia elettrica reale dipendente da mare, vento, carico e capacità batterie: 12–30 nm è il range realistico riportato dalle prove.
- Velocità di picco inferiore rispetto ai twin-diesel di pari taglia: la filosofia è il cruising intelligente, non la massima planata.
Video
Conclusione operativa sul posizionamento
Il Greenline 39 Hybrid è una piattaforma state-of-the-art per chi mette al primo posto silenzio, autonomia elettrica e comfort, con la serenità di un diesel moderno sempre disponibile. Nel confronto con rivali più veloci, il 39 risponde con una qualità di vita a bordo superiore (energetica e acustica), un TCO più prevedibile sui profili di utilizzo reali e una narrativa di sostenibilità concreta (non cosmetica). Per armatori privati e charter di fascia alta che operano in baie, parchi marini e lagune, è una scelta coerente e distintiva.



