L’Azimut Magellano 60 è il punto d’incontro fra due mondi: quello delle navette dislocanti a lungo raggio e quello degli yacht plananti votati alla rapidità di trasferimento. Il tratto tecnico che lo definisce è la Dual Mode Hull, una carena semi-planante ottimizzata per offrire un’ampia “finestra di efficienza”: navigazione economica a una cifra di nodi con assetto piatto e consumi prevedibili, e, quando serve, crociere brillanti nell’intorno dei 18–22 nodi con punte che, a seconda delle specifiche e del carico, raggiungono l’ordine dei 26 nodi. A corredo, motorizzazioni MAN i6 730 su linea d’assi, stabilizzazione giroscopica a richiesta, layout interni studiati per la permanenza prolungata e, non ultimo, la possibilità di utilizzare biocarburanti HVO già in fase di collaudo e consegna, in coerenza con il percorso di decarbonizzazione del cantiere.

Profilo del cantiere: storia, filosofia e reputazione
Radici solide e visione industriale
Azimut Yachts nasce nel 1969 su impulso di Paolo Vitelli e, in pochi decenni, evolve da operatore di charter a protagonista globale nella costruzione di yacht in composito, fino ad acquisire Benetti nel 1985 e comporre il gruppo Azimut|Benetti, leader mondiale nei superyacht sopra i 24 metri. La cultura aziendale integra R&D in-house, controllo di filiera, collaborazione strutturata con designer di fama e un approccio pragmatico all’innovazione: riduzione dei pesi, ottimizzazione idrodinamica e maggiore efficienza dei sistemi “hotel”. Oggi la rotta strategica è guidata da Giovanna Vitelli, con focus su sostenibilità misurabile, materiali avanzati e partnership tecnico-scientifiche.
Ricerca applicata e sostenibilità
Fra i pilastri della strategia “low impact” spiccano carene ad attrito ridotto, laminazioni leggere e l’adozione sperimentale/commerciale di HVOlution, biocarburante fornito da Eni Sustainable Mobility. Il Magellano 60 è stato fra i primi modelli a beneficiare del programma, dimostrando compatibilità con una soluzione che riduce l’impronta well-to-wake rispetto al gasolio fossile tradizionale.
Analisi tecnica approfondita
Dimensioni, architettura navale e parametri di progetto
- Lunghezza fuori tutto (LOA): 18,47 m (60’ 7”)
- Baglio massimo: 5,15 m (16’ 11”)
- Pescaggio a pieno carico: 1,37 m (4’ 6”)
- Dislocamento a pieno carico: ~34,9 t
- Cabine: 3 + 1 equipaggio | Bagni: 3 + 1 equipaggio
- Categoria di progetto: CE B; certificazione NMMA
La carena Dual Mode nasce per garantire due regimi di funzionamento efficienti: dislocante/semidislocante a velocità contenute e semi-planante per crociere sostenute. La prua quasi verticale, la sezione di prora generosa e il volume centrale ben distribuito migliorano portanza e stabilità di forma, riducendo la tendenza al beccheggio e mitigando gli impatti sull’onda corta tipica del Mediterraneo. In pratica, la barca “stacca” meno e conserva energia lineare, traducendosi in comfort e prevedibilità.

Materiali e costruzione: leggerezza controllata
Scafo e sovrastruttura sono in GRP (vetroresina) con laminazioni differenziate e rinforzi localizzati nelle aree di maggiore sollecitazione (longheroni, paratie principali, basi dei macchinari). L’impiego di compositi e vetrate strutturali consente di massimizzare la luce naturale e aprire lo spazio senza penalizzare la rigidezza torsionale né alzare il baricentro oltre la soglia ottimale. La logica costruttiva è “light where possible, strong where needed”: dove serve massa per smorzare vibrazioni o suonare “sordo”, la si conserva; dove è possibile sottrarla, si lavora di ingegneria e layup.
Motorizzazioni, propulsione e trasmissione
La scelta del Magellano 60 privilegia affidabilità e prevedibilità meccanica: due MAN i6 da 730 hp abbinati a linea d’assi con eliche tradizionali. Questa configurazione, rispetto a sistemi pod come gli IPS, mantiene un comportamento più lineare ai carichi, offre facilità di service globale e garantisce assetto stabile alle andature intermedie. Le sale macchine sono impostate con passaggi praticabili, predimensionamento delle prese a mare e filtrazione gasolio su due stadi con separatori acqua, a beneficio della robustezza operativa nelle lunghe crociere.
Prestazioni, autonomia e consumi
- Velocità massima: ~26 kn (carico prova e mare favorevole)
- Velocità di crociera tipica: ~18 kn
- Range indicativo a regime dislocante (≈9–11 kn): trasferimenti economici con consumi a una cifra di l/nm
- Range indicativo a 18–22 kn: autonomia adeguata per tratte medie (isole, crociere settimanali)
La curva di resistenza mostra un minimo locale nel “corridoio dislocante” (intorno ai 9–11 nodi), ideale per delivery e navigazioni notturne fluide; salendo verso i 18–22 nodi la carena resta composta e “piatta”, evitando picchi di assetto e necessità di grandi correzioni. L’adozione del biocarburante HVO non altera i consumi nell’uso reale ma incide sull’impronta di carbonio lungo il ciclo di vita del combustibile.
Sistemi di bordo: elettronica di navigazione e domotica
La plancia e il flybridge integrano MFD Raymarine di grande formato, radar a stato solido, ecoscandaglio e chartplotter con cartografia aggiornata. Il dialogo con i MAN displays consente di avere fuel rate, parametri motore e diagnostica sempre a portata di sguardo. Opzioni tipiche includono AIS attivo, telecamere di bordo, sistema di monitoring per carichi e illuminazione su bus dedicato, oltre a wireless charging e stazioni audio indipendenti per le diverse aree.

Stabilizzazione e manovre
Il Seakeeper (tipicamente SK9 o SK18 a seconda delle specifiche) riduce il rollio all’ancora e a basse andature, trasformando la fruizione degli spazi esterni. In aggiunta, bow e stern thruster proporzionali, stazione remota in pozzetto e, su richiesta, joystick dedicato rendono l’ormeggio meno impegnativo anche con vento al traverso e pescherecci di banchina troppo vicini. In mare, la combinazione carena/linea d’assi garantisce traiettorie pulite e risposta coerente al timone: l’imbarcazione “spiega” sempre ciò che intende fare, evitando reazioni nervose.
Design e architettura: firme stilistiche, layout, ergonomia
Firma esterna Ken Freivokh e “Infinity Terrace”
Le linee esterne firmate Ken Freivokh giocano su volumi pieni e tagli orizzontali, con una prua quasi verticale e finestrature estese. La Infinity Terrace a poppa, con parapetto vetrato, dilata la percezione dello spazio: il mare entra nella scena di bordo, senza il filtro visivo delle tipiche murate alte. La palette cromatica scura (il celebre “ottanio”) valorizza il profilo e racconta la vocazione crossover della serie.
Main deck: galley aft e continuità dentro–fuori
La cucina arretrata (galley aft) è il cuore funzionale del main deck: dalla spesa allo spuntino di mezzanotte, tutto gravita attorno a un blocco semicircolare collegato a pozzetto e salone. Le vetrate a tutta altezza, gli arredi a bassa massa visiva e i divani modulari generano un ambiente “sociale” che vive tanto in rada quanto in porto. Davanti, la timoneria inferiore è pensata come quella di un trawler evoluto: seduta corretta, parabrezza con angoli pensati per abbagliamenti minimi e tripla console strumenti con letture immediate.


Lower deck: suite armatoriale full beam e layout pragmatico
Scendendo, la master full-beam a centro barca beneficia del punto più stabile dell’imbarcazione: minor beccheggio, maggiore isolamento acustico naturale. La VIP a prua gode di volumi verticali notevoli, mentre la twin a dritta aggiunge flessibilità per famiglie, ospiti o equipaggio aggiuntivo. Il bagno di prua con doppio accesso funge da day head. L’attenzione allo stivaggio è da lungo raggio: gavoni profondi, volumi tecnici ispezionabili, cerniere e ferramenta di livello nautico, per una percezione di solidità che regge nel tempo.


Vita a bordo e comfort: aria, luce, suono, temperatura
Comfort termoacustico e impianti
La climatizzazione è dimensionata per i picchi estivi mediterranei: diffusori ben distribuiti, gestione delle zone e compressori silenziosi concorrono a un microclima uniforme. Il trattamento acustico combina massa, disaccoppiamenti elastici e percorsi dei condotti ragionati per ridurre le trasmissioni. Il risultato è un soundscape di bordo “morbido”, che non stanca né in navigazione né in banchina. Le pompe dei servizi sono su circuiti indipendenti e la rete 230V/24V è ordinata, etichettata e con protezioni differenziali dove serve: manutenzione e diagnostica risultano semplificate.
Galley, cambusa e ospitalità
Il blocco cucina prevede piani di lavoro in materiali resistenti ai graffi, piastra a induzione, forno combinato e frigoriferi marine grade di capacità adeguata a crociere di una settimana o più. Non mancano wine cooler, icemaker e soluzioni anti-urto per stoviglie e bicchieri. Il tavolo del salone, eventualmente telescopico, permette di modulare l’area pranzo secondo l’occasione: brunch informale con vista a 360°, cena formale o semplice spazio giochi per i più piccoli durante i trasferimenti.

Spazi esterni: flybridge e beach-club
Il flybridge accoglie una lounge generosa con prendisole prodiero, wet-bar con grill e frigorifero, e possibilità di tendalini/ombre portati su pali rimovibili. La piattaforma poppiera idraulica funge da beach-club e da area operativa per varo e alaggio del tender. In configurazione “giornata al largo”, la piattaforma diventa naturale estensione dell’Infinity Terrace, creando una sequenza di livelli d’acqua estremamente godibile.

Prestazioni in navigazione: prova estesa e comportamento dinamico
Assetto, risposta e passaggio sull’onda
In mare formato corto (0,6–0,8 m) il Magellano 60 mantiene un assetto composto: l’entrata di prua piena evita gli impatti “secchi” e la carena smorza le accelerazioni verticali, che sono il principale fattore di affaticamento per equipaggio e ospiti. In accelerazione il passaggio tra dislocamento e semi-planata è progressivo, senza “gradini” fastidiosi: la barca prende giri in modo lineare e si appoggia sul cuscino idrodinamico con minimo innalzamento del muso.
Governabilità e tenuta
Alle virate ampie (20–25° di barra) la traiettoria resta pulita, le variazioni di sbandamento sono prevedibili e non si avverte tendenza al sovrasterzo. La timoneria restituisce una sensazione “trawler evoluto”: calma, leggibile, rassicurante. Il rollio residuo all’ancora viene domato con efficacia dal giroscopio; in navigazione, la sezione di murata e i volumi centrali concorrono naturalmente alla stabilità.
Rumorosità percepita e vibrazioni
Senza ricorrere a numeri apodittici, si può dire che salone e master beneficiano di un rumore di fondo contenuto a velocità di crociera: la combinazione tra isolamento, supporti elastici motore e posizionamento degli impianti riduce risonanze e sibili. Il risultato è conversazione naturale a bordo e minore affaticamento, specialmente durante trasferimenti di 2–3 ore.

Sistemi tecnologici e sicurezza
Elettrico, idrico e antincendio
Il quadro elettrico è chiaramente organizzato, con etichettature leggibili e interruttori sovradimensionati. I generatori (taglie tipiche nell’ordine dei 17–19 kW) coprono agilmente i carichi hotel con margini per grill/induzione e climatizzazione simultanea. Il sistema idrico impiega pompe a portata variabile per limitare i cicli ON/OFF e prolungarne la vita, mentre il circuito black/grey water è semplificato per accesso e manutenzione. Per la sicurezza, impianto antincendio in sala macchine e sensori fumo/gas nelle aree critiche; pompe di sentina ridondate per comparti.
Domotica e monitoraggio
Il monitoraggio centralizzato consente di gestire illuminazione, climatizzazione e carichi con pagine dedicate sui MFD o su schermi secondari. Questo non solo migliora la user experience, ma aiuta il comandante a “leggere” lo yacht e a prevenire imprevisti con logiche di allarme non invasive.
Mercato e concorrenza
Posizionamento e prezzo
Il Magellano 60 si colloca nel segmento 18–20 metri delle navette veloci/crossover. Le unità nuove con dotazioni ricche (stabilizzatore, pacchetti elettronica, finiture premium) rientrano in un ordine di grandezza tipico intorno a €2,5–2,9 mln a seconda di specifiche e tempi di consegna. Sul mercato internazionale le quotazioni rispecchiano equipaggiamenti e stato d’uso, con listing che valorizzano stabilizzazione, layout e pacchetti estetici.
Analisi dei competitor diretti
- Absolute Navetta 58/62: volumi straordinari e manovrabilità semplificata dagli IPS Volvo Penta. Comfort da “appartamento galleggiante”, ma con sensazione sul mosso che, a parità di carico, privilegia più il comfort “statico” che la marcia “di taglio” tipica della Dual Mode.
- Bénéteau Grand Trawler 62: filosofia long range più spinta (range nell’ordine di 1.000 nm a 9 nodi), comfort acustico eccellente, ma velocità di trasferimento più contenute (massima intorno ai 20 nodi).
Clientela target
Armatore privato con famiglia che desidera periodi a bordo di più giorni/settimane, charter premium su itinerari mediterranei (7–10 giorni) e società di rappresentanza che necessitano di uno yacht-vetrina affidabile e scenografico per attività corporate e hospitality.

Manutenzione, accessibilità tecnica e gestione operativa
Accessi e service
La sale macchine privilegia passaggi reali: filtri, separatori acqua, prese a mare e valvole sono individuabili e raggiungibili. Gli insiemi propulsivi su supporti elastici consentono interventi di allineamento senza smontaggi eccessivi. La quadristica è ordinata e con cavidotti indipendenti per servizi “critici” e “comfort”: un dettaglio che semplifica le diagnosi e minimizza tempi di fermo.
Gestione costi e resale value
Il costo vivo dipende da area geografica, programma di navigazione e pacchetti assicurativi; in termini di valore residuo, il Magellano 60 beneficia della domanda costante per crossover efficienti e del brand equity Azimut. Stabilizzatore, elettronica aggiornata e documentazione service coerente sono i tre fattori che, tipicamente, fanno la differenza in sede di rivendita.

Innovazione e ricerca: Dual Mode, HVO e “light engineering”
Carena e materiali
La Dual Mode Hull è una risposta moderna al tema “una barca, due velocità d’eccellenza”. I laminati ottimizzati e le vetrate strutturali rientrano nella filosofia della light engineering: togliere massa dove non serve, investire rigidezza dove la dinamica lo richiede. L’effetto netto è un’imbarcazione più efficiente, luminosa e utilizzabile a lungo senza stanchezza.
Biocarburanti e futuro elettrificato
L’introduzione dell’HVO nei collaudi e come opzione alla consegna apre la strada a una riduzione concreta delle emissioni senza stravolgere infrastrutture né abitudini operative. In prospettiva, l’ibridizzazione dei servizi hotel e l’ottimizzazione della generazione/accumulo elettrico rappresentano aree di potenziale evoluzione su cui la ricerca del gruppo è già attiva.
Risultati, fiere e riconoscimenti
La stampa internazionale ha accolto il Magellano 60 con recensioni positive, premiando il bilanciamento fra design, efficienza e comfort. In ambito premi, il modello è stato segnalato come riferimento nella propria categoria, testimonianza di una maturità di progetto non comune su barche di questa taglia.
Prospettive future: ciò che il Magellano 60 racconta del cantiere
Questo 60 piedi anticipa con chiarezza la rotta del brand: efficienza idrodinamica misurabile, riduzione dell’impronta con soluzioni immediatamente adottabili (HVO) e un design che sposa comfort e fruizione del mare. La logica delle carene Dual Mode e l’uso intelligente dei materiali si ritrovano in altre famiglie di prodotto, come la recente attenzione alle serie orientate alla sostenibilità. Il Magellano 60 è dunque più di un modello: è un manifesto tecnico scalabile sulle sorelle maggiori.
Immagini extra



Scheda tecnica sintetica
- Progetto: Esterni Ken Freivokh; Interni Azimut Yachts
- Architettura Navale: Profjord & Azimut R&D
- Materiali: GRP con vetrate strutturali; rinforzi localizzati
- Motori: 2 × MAN i6 730 hp, linea d’assi
- Prestazioni indicative: crociera ~18 kn; massima ~26 kn
- Stabilizzazione: Seakeeper (SK9/SK18 opz.)
- Elettronica: Suite Raymarine con AIS, radar a stato solido, MFD multipli
- Cabine/Bagni: 3 + 1 crew / 3 + 1 crew
- Certificazioni: CE B; NMMA
Conclusioni: un 60 piedi “vero”, capace di fare rotta
Il Magellano 60 è, a tutti gli effetti, una barca che naviga. Non solo per la capacità di coprire miglia in economia sul “corridoio dislocante”, ma anche per la solidità con cui affronta andature più tese quando l’agenda lo impone. La carena Dual Mode offre una doppia anima d’uso, la linea d’assi garantisce affidabilità e prevedibilità, l’HVO mette un primo tassello concreto sul fronte emissioni, mentre il layout – con Infinity Terrace, galley aft e master full-beam – traduce in pratica la richiesta contemporanea di vivere il mare senza rinunce.
In un mercato in cui i trawler dislocanti puntano tutto sull’endurance e i flybridge veloci sul tempo di percorrenza, il Magellano 60 sceglie una terza via e la presidia con lucidità ingegneristica e cura del dettaglio. Per l’armatore privato alla ricerca di autonomia, eleganza e marinità, e per chi opera in charter premium nel Mediterraneo, questo 60 piedi rappresenta una delle soluzioni più complete e coerenti oggi disponibili.



